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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Cosa si sa sull’impronta di Andrea Sempio vicino al corpo di Chiara Poggi e perché nel 2007 non venne considerata

Un’esclusiva del Tg1 svela che la Procura starebbe indagando su un’impronta attribuita da una recente perizia ad Andrea Sempio e che sarebbe stata repertata dal Ris nel 2007 vicino al cadavere di Chiara Poggi a Garlasco. Di che impronte si sta parlando e perché nel 2007 non vennero associate ad Andrea Sempio?
A cura di Giorgia Venturini
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La Procura di Pavia starebbe indagando su un'impronta attribuita da una recente perizia ad Andrea Sempio e che sarebbe stata repertata dal Ris nel 2007 vicino al cadavere di Chiara Poggi a Garlasco. Lo riporta in una sua esclusiva il Tg1. Quelle impronte svelerebbero un coinvolgimento di Sempio (indagato per la terza volta in 18 anni per omicidio in concorso con ignoti o con lo stesso Alberto Stasi, ovvero l'unico condannato per aver ucciso Chiara Poggi nella villetta di Garlasco il 13 agosto del 2007) nel delitto? No, al momento non c'è nulla di certo. Le indagini però vanno avanti. Però ora si può capire meglio di che impronte si sta parlando e perché nel 2007 non vennero associate ad Andrea Sempio.

Andiamo per ordine. Non si tratta di un'impronta sconosciuta quella che è stata attribuita con una recente perizia (mai emersa prima e sulle foto) all'attuale indagato. Anzi, era comparsa nella consulenza tecnica dei Carabinieri del Ris che rilevarono tutte le tracce e impronte nella villetta di Garlasco subito dopo l'omicidio. Quella che è tornata nel mirino degli investigatori è la traccia 33, che nel 2007 non è mai stata attribuita a qualcuno. Forse perché giudicata non utile alle indagini?

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Allora era stata rilevata sulla parete destra della scala. I Ris di Parma l'avevano spiegata così: "Parte della traccia completamente priva di creste potenzialmente utili per gli accertamenti dattiloscopici è stata asportata dal muro grattando l'intonaco con un bisturi sterile". E ancora: "La traccia è stata testata con il combur test che ha fornito esito dubbio e con l'Obti test (quello più affidabile nel rintracciare il sangue, ndr) che ha fornito esito negativo". In altre parole questa impronta non è stata giudicata insanguinata. Insomma non c'era il sangue di Chiara Poggi su questa impronta.

Per le indagini di allora la traccia fu considerata inutile: segno che non solo non venne attribuita ma che non è stata mai giudicata necessaria per scoprire l'omicida di Chiara Poggi. Quindi: per i Ris la traccia 33, che ora sembra diventare centrale in questa inchiesta, è un'impronta palmare la cui utilità era "nessuna". Stando a quanto rivelato da fonti di Fanpage.it infatti sul luogo del delitto vennero prese impronte ma non tutte vennero tenute in considerazione. Più che impronte, delle strisciate: come quella che oggi è nel mirino della Procura.

Allora i carabinieri del Ris di Parma riuscirono però ad attribuire altre impronte trovate sulla scena del crimine: quattro sono attribuibili al carabiniere Gennaro Cassese, una a Marco Poggi, fratello della vittima.

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Come avevano lavorato nel 2007 i carabinieri del Ris sulle impronte? Ecco quello che si legge nella relazione dell'anno dell'omicidio: A seguito del trattamento con soluzione di ninidrina, dopo un congruo lasso di tempo, le pareti ed il soffitto delle scale della cantina sono state ispezionate con una lampada criminalistica con lunghezze d’onda selezionabili. Sono state quindi individuate numerose impronte papillari, di cui dodici sono state ritenute di interesse analitico: 32, prima parete a destra (per scendere le scale); da 33 a 36, seconda parete a destra; 37 e 38, seconda parete a sinistra; 39 e 40, prima parete a sinistra; da 41 a 43, prima parte del soffitto.

Le impronte sono state repertate fotograficamente mediante apparati digitali e memorizzate su supporto magnetico. Si è provveduto, inoltre, a trattare mediante soluzione spray di ninidrina l’ultimo tratto delle pareti delle scale della cantina, nonché la porzione di parete del corridoio in cui si apre la porta a soffietto che conduce alla medesima cantina. 

In un altro giorno di accertamenti sul luogo del delitto:

Sono state rilevate e fotografate le seguenti impronte papillari: da 32 a 43: sulle pareti e sul soffitto della scalinata che conduce alla cantina e sulla quale è stato rinvenuto il corpo esanime della vittima, già rilevate anche durante i precedenti sopralluoghi; da 44 a 50, sull’ultima parete a destra della scala della cantina (per chi scende le scale); da 51 a 56, sull’ultima parete a sinistra della scala della cantina (per chi scende le scale); 57, in cucina, sull’anta del mobiletto porta televisore; 58, in cucina, sull’anta superiore del pensile collocato sopra il frigorifero; 59, in cucina, sull’anta sinistra del primo pensile di sinistra della cucina, quello prossimo alla parete con finestra; 60, sulla centralina del sistema d’allarme.

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