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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Cosa sappiamo sulla lesione sulla gamba di Chiara Poggi e perché si parla della scarpa di una donna

Tra le certezze del delitto di Garlasco c’è la dinamica crudele di come è stata uccisa Chiara Poggi: è stata colpita alla testa e non ha avuto il tempo di difendersi. Si è tornato a parlare in questi giorni anche della lesione ecchimotico-escoriata sulla parte anteriore della coscia sinistra della vittima. Ecco cosa sappiamo.
A cura di Giorgia Venturini
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Spetta ai giudici della Corte di Cassazione decidere se riaprire il giallo di Garlasco o assolvere in via definitiva Alberto Stasi, l’ex fidanzato di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007. Lui, unico imputato, non sarà presente.
Chiara Poggi.
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In questi giorni di apertura delle indagini sul delitto di Garlasco si torna a visionare perizie e accertamenti fatti in questi 18 anni. L'attenzione delle Procura di Pavia sono soprattutto sull'indagato Andrea Sempio e sul prossimo incidente probatorio che si concentrerà su analisi genetiche e che inizierà il prossimo 17 giugno. In mano ai periti ci saranno i reperti recuperati dalla villetta di Garlasco, in cui venne uccisa Chiara Poggi il 13 agosto del 2007, e i dna di tutte le persone che frequentavano l'abitazione. Sia parenti che amici.

A distanza di anni però – bisogna dirlo – sono di più le certezze che i dubbi. C'è soprattutto una verità processuale che vede Alberto Stasi come unico condannato per il delitto. Tra le altre certezze, la dinamica crudele di come è stata uccisa Chiara Poggi: è stata colpita alla testa e non ha avuto il tempo di difendersi. Falso, chi sostiene che la vittima abbia avuto una colluttazione con il suo assassino. Cosa sia successo lo riportano i giudici della Corte d'Appello bis: nella loro motivazione della sentenza con la quale hanno condannato Alberto Stasi a 16 anni di carcere scrivono che "la ricostruzione che si è fatta del delitto ha evidenziato una sorta di progressione criminosa, dipendente dalla reazione della vittima, già inizialmente colpita al capo, e poi di nuovo e con maggiore violenza ancora colpita, in prossimità della porta della cantina, fino all'azione finale del lancio, a testa in giù, lungo le scale". Il corpo di Chiara Poggi sarebbe poi scivolato sulle scale.

Stando ai risultato dell'autopsia sulla vittima è emerso che la vittima sia stata colpita con un martello date le ferite riportate alla testa. Ed è l'oggetto (insieme a due salviette) che manca da casa Poggi dopo l'omicidio. Sia chiaro però: l'arma del delitto non è mai stata trovata, è molto probabile – ma non è certo – che sia proprio il martello dell'abitazione. Non si sa infatti se l'oggetto con cui è stata colpita Chiara Poggi sia recuperato in casa o sia stato portato dall'esterno.

Si torna a parlare ora anche delle lesioni trovate sul corpo di Chiara Poggi durante l'autopsia. Soprattutto la lesione ecchimotico-escoriata sulla parte anteriore della coscia sinistra della vittima che potrebbe essere riconducibile dal tacco o dalla punta di una scarpa forse da donna. Da qui l'ipotesi che forse Chiara Poggi – accertato che non sia riuscita a difendersi – abbia provato a fuggire e che si sia ferita nel farlo? Non si sa, ma di certo si è escluso in questi anni il coinvolgimento di una donna come complice dell'assassino.

Stando a quanto spiegato da fonti di Fanpage.it, sul corpo di Chiara "vi è una ecchimosi su un arto inferiore che sembra evocare un segno prodotto da una scarpa, tuttavia non vi sono elementi da poter avvalorare questa ipotesi che rimane pertanto meramente congetturale". Inoltre: "A maggior ragione, attesa anche la elasticità dell’epidermide risulta impossibile attribuirne una dimensione all’oggetto che può averla prodotta".

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