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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Cosa sappiamo delle analisi sulla spazzatura di Chiara Poggi: cosa cercano e cosa cambia se trovano un dna

Luciano Garofano, l’ex generale del Ris e attuale consulente della difesa di Andrea Sempio, dopo incidente probatorio di ieri: “Il materiale trovato nei rifiuti di Chiara Poggi il giorno del delitto era tutto secco. Tutti i reperti sono stati sottoposti a dei campionamenti o campionature, sono stati tamponati e adesso faremo le analisi”. Ma cosa hanno cercato sugli oggetti della spazzatura?
A cura di Giorgia Venturini
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Chiara Poggi
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Per gran parte del tempo del secondo giorno di incidente probatorio sul delitto di Garlasco ci si è concentrati sulla spazzatura trovata in casa Poggi il giorno del delitto ma sequestrata solo 8 mesi dopo quando l'abitazione è stata riconsegnata alla famiglia. Si tratta di reperti mai analizzati prima e che ora sono stati visti per la prima volta dopo 18 anni da periti, avvocati e consulenti: i rifiuti non sono mai stati presi in considerazione perché non ci sono mai stati sospetti sul fatto che l'assassino avesse toccato uno degli oggetti all'interno. Da questa settimana invece tutti i reperti ancora conservati e recuperati sulla scena del crimine sono al centro dell'incidente probatorio, contando però che parte dei reperti sono stati distrutti dopo una decisione del 2022 della Procura di Pavia (come da prassi dopo che sono passati anni da una sentenzia in via definitiva) e parte degli oggetti trovati sul corpo di Chiara Poggi sono stati restituiti alla famiglia quindi non più utilizzabili. Spazzatura a parte, su tutti gli oggetti sono stati eseguiti gli accertamenti del caso. Ma cosa si è cercato per ore e ore ieri 19 giugno sulla spazzatura?

Si starebbero cercando tracce di dna all'interno di resti di saliva ancora sui contenitori del Fruttolo e dell'Estathé, tra gli oggetti trovati all'interno del sacco dei rifiuti. Luciano Garofano, l'ex generale del Ris e attuale consulente della difesa di Andrea Sempio, è uscito prima di tutti dai laboratori della scientifica della Questura di Milano dove si è tenuto l'incidente probatorio. Ai giornalisti ha precisato: "La settimana prossima forse avremo i primi esiti, io credo che a luglio, agosto si andrà avanti, però dipende da quello che verrà fuori dalle analisi. Completeremo i tamponamenti e poi si proseguirà con gli acetati, penso nei primi giorni di luglio sempre qui perché dovremmo di nuovo campionare i reperti quelli che non avevano dato risultati o che avevano dato risultati parziali. Dopodiché ci trasferiremo al policlinico". Il materiale, ha detto ancora Garofano,"era tutto secco quindi, tutti i reperti sono stati sottoposti a dei campionamenti o campionature, sono stati tamponati e adesso faremo le analisi". Il rischio infatti era quello che gli oggetti repertati non fossero in buone condizioni, ma fortunatamente si è provveduto a fare tutti gli accertamenti del caso.

Bisogna attendere ora i risultati dei periti incaricati dal giudice per questa perizia, ovvero la genetista Denise Albani e il dattiloscopista Domenico Marchigiani, prima di capire se è stato trovato qualcosa di utile alle indagini. "Sono reperti che hanno 18 anni e daranno le risposte che possono dare": a spiegarlo è il legale della famiglia di Chiara Poggi, Gian Luigi Tizzoni, anche lui uscito dall'incidente probatorio prima della fine di giornata. E ha aggiunto: "Si procede con molta serietà e molto speditamente. Con molto ordine. La Polizia scientifica in questo è assolutamente ammirevole. Siamo contenti che avvenga in contraddittorio, com'è avvenuto nel 2014 e anche negli anni prima". Infine conclude: "Tutto quello che avviene in contraddittorio per noi va bene. Tutto quello che avviene davanti a un perito terzo per noi va bene. Quando saranno completate le operazioni, lo vedrete. Stanno procedendo. Chiaramente sono passati 18 anni".

Tra le domande più comuni c'è anche: cosa succederebbe se venisse trovato un qualsiasi dna su questi reperti? Non è detto ovviamente che un possibile materiale genetico trovato ad esempio sul contenitore del fruttolo, oltre a quello di Chiara Poggi, possa appartenere all'assassino. Fondamentale in questo nuovo filone di indagini – che ha iscritto nel registro degli indagati Andrea Sempio, amico del fratello della vittima – è non trascurare nulla. Saranno successivamente inquirenti e investigatori a capire se una possibile nuova traccia sarà necessaria per una svolta nelle indagini sul delitto di Garlasco, 18 anni dopo.

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