Cosa sappiamo del presunto supertestimone sul caso di Cinzia Pinna: oggi Ris a casa di Ragnedda

Mentre i Ris sono nuovamente entrati nell'abitazione di Emanuele Ragnedda, 41enne reo confesso del delitto di Cinzia Pinna, la 33enne di Castelsardo scomparsa l'11 settembre a Palau dopo una serata in un locale, si mormora dell'esistenza di un presunto supertestimone che avrebbe visto "da vicino" i complici che avrebbero aiutato l'imprenditore a "ripulire la scena del crimine".
Se è vero che i carabinieri dei Ris sono impegnati proprio oggi, lunedì 13 ottobre, nei rilievi balistici all'interno della casa di Ragnedda, non trova invece fondamento la notizia di un supertestimone che avrebbe fornito informazioni importanti agli investigatori impegnati sul caso. Lo apprende Fanpage.it da fonti informate.
Poco altro sarebbe cambiato rispetto a quanto confessato da Emanuele Ragnedda poco dopo l'arresto. L'imprenditore 41enne aveva raccontato di aver invitato la 33enne a casa sua dopo averla vista uscire da un locale di Palau e di averla fatta salire in auto. Una volta a casa, i due avrebbero consumato alcolici e stupefacenti e poi l'uomo reo confesso l'ha colpita con un'arma da fuoco, uccidendola.
Ragnedda aveva dichiarato di aver ripulito la scena del crimine da solo nonostante le prime "accuse" rivolte a un 26enne milanese suo conoscente che la sera della scomparsa di Pinna era con lui. Il giovane è indagato per occultamento di cadavere nonostante Ragnedda abbia smentito un suo coinvolgimento in un secondo momento. Lo stesso vale per la fidanzata del 41enne, mai tirata in causa direttamente da lui, ma sottoposta a indagine per "atto dovuto".

Nelle ultime ore era stata citata l'esistenza di un "supertestimone" che avrebbe parlato di alcune persone viste in casa di Ragnedda nei giorni dopo il delitto. Secondo quanto raccontato dal teste, queste persone sarebbero state intente addirittura a ripulire la scena del crimine. Come apprende Fanpage.it da fonti informate, però, nulla di tutto ciò sarebbe vero: le informazioni sulla presenza di possibili complici sarebbero state raccolte nelle settimane scorse, per la precisione fin dai primi giorni dopo il delitto.
Nessuna delle informazioni fornite dai vari testimoni avrebbe portato a una "svolta" nel caso: i due indagati restano tali, anche se non vi sono elementi di colpevolezza a loro carico.
Nella giornata di oggi, invece, i carabinieri dei Ris sono entrati di nuovo nell'abitazione di Ragnedda per svolgere indagini balistiche che si concluderanno in serata. Di recente, l'imprenditore 41enne è stato ricoverato in ospedale a Sassari per aver tentato il suicidio all'interno della cella nella quale si trova detenuto da quando ha confessato l'omicidio della 33enne.