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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Cosa potrà fare ora la professoressa Cattaneo per il delitto di Garlasco: dubbi e limiti dell’inchiesta

A 18 anni dal delitto di Chiara Poggi a Garlasco la professoressa Cristina Cattaneo, esperta nota per svariati casi di cronaca, è stata nominata come ulteriore Consulente Tecnico della Procura. La sua esperienza potrà fare la differenza?
A cura di Margherita Carlini
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La professoressa Cristina Cattaneo e Chiara Poggi
La professoressa Cristina Cattaneo e Chiara Poggi
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Nei giorni scorsi è stata diffusa una nota ufficiale dalla Procura di Pavia per dipanare ogni dubbio in merito al DNA di un soggetto sconosciuto rinvenuto sulla bocca di Chiara Poggi. All’esito degli accertamenti effettuati dai Consulenti Tecnici della Procura, pertanto di parte, emerge che quel DNA, denominato Ignoto 3 apparterrebbe a un soggetto di sesso maschile che sarebbe stato sottoposto ad esame autoptico in un arco temporale prossimo a quando è stata effettuata l’autopsia sul cadavere della ragazza uccisa a Garlasco diciotto anni fa. Quel profilo pertanto non apparterrebbe a un soggetto che potrebbe aver avuto un ruolo nella dinamica dell’omicidio ma a un cadavere.

Il DNA sarebbe stato rinvenuto su una garza utilizzata 18 anni fa per il prelievo di materiale biologico dal cavo orale di Chiara a causa di una contaminazione involontaria prodotta dall’utilizzo di una garza o di pinze usate per maneggiare la garza, non sterili.

Nella stessa nota della Procura si apprende che tali verifiche comparative, non previste nell’ambito dell’incidente probatorio, sono state effettuate dai consulenti di parte “per evitare eventuali indagini su terzi soggetti”.

La genetista forense nominata come perito del Giudice, la dottoressa Denise Albani, pertanto non entrerà nel merito di Ignoto 3, concentrando le sue analisi solo “sul materiale rilevante”. Una decisione comprensibile dal punto di vista di salvaguardia dell’economia dell’indagine ma che potrebbe sollevare ulteriori dubbi di procedura.

Si apprende inoltre dalla medesima nota che la professoressa Cristina Cattaneo, Ordinaria del Dipartimento di Scienze Biomediche per la salute dell’Università degli Studi di Milano, è stata nominata come ulteriore Consulente Tecnico della Procura. Una nomina che ha lo scopo di effettuare una valutazione più ampia degli elementi raccolti sia in ambito medico- legale, pertanto sulla vittima, che sulla scena del crimine.

Pur non conoscendo nel dettaglio il quesito che è stato sottoposto alla dottoressa Cattaneo è ipotizzabile che l’esperta sia stata incaricata per poter fornire ulteriori elementi in merito alle cause della morte di Chiara Poggi, alle dinamiche con cui il delitto è stato compiuto (presenza di un unico soggetto o di più soggetti) e su che tipo di arma sia stata utilizzata. È noto che mai in questi anni si è stati in grado di definire con certezza con quale oggetto o forse più oggetti Chiara sia stata massacrata quel 13 agosto.

L’esperienza di Cattaneo, conosciuta anche per aver dato contributi significativi in molti casi noti, come quello delle Bestie di Satana, di Yara Gambirasio, di Serena Mollicone o più recentemente di Lilliana Resinovich, potrebbe fare la differenza anche in questa indagine?

Sappiamo che questo nuovo filone di indagini punta molto sulla possibilità di riesaminare vecchi reperti attraverso il contributo delle tecniche forensi di ultima generazione.

Va però precisato che nemmeno le più evolute e sofisticate tecniche possono superare il limite di un dato non rilevato o non accertato all’epoca dei fatti.

Tornando all’esame autoptico eseguito su Chiara Poggi, ad esempio, sappiamo che l’epoca della morte venne determinata in assenza di due dati estremamente rilevanti in tal senso: il peso corporeo della vittima e l’oscillazione della temperatura nella villetta dei Poggi, dove il cadavere di Chiara è rimasto fino al momento del suo ritrovamento e quindi della rilevazione della temperatura corporea e ambientale.

Il peso di Chiara sarebbe infatti stato stimato, non accertato, attraverso la misurazione dell’altezza, il riferito delle persone che la conoscevano circa la sua corporatura e l’acquisizione di indumenti della vittima, prevedendo nella stima una variazione in eccesso e in difetto di cinque chili con conseguente spostamento dell’orario in cui Chiara sarebbe stata uccisa.

Limiti questi, uniti alle altre lacune investigative emerse nel corso degli anni, che difficilmente potranno essere superati e che potrebbero far si che anche questo filone di inchiesta si concluda in una bolla di sapone.

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Sono Psicologa Clinica, Psicoterapeuta e Criminologa Forense. Esperta di Psicologia Giuridica, Investigativa e Criminale. Esperta in violenza di genere, valutazione del rischio di recidiva e di escalation dei comportamenti maltrattanti e persecutori e di strutturazione di piani di protezione. Formatrice a livello nazionale.
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