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Omicidio a Gemona

Cosa è emerso dall’autopsia sui resti di Alessandro Venier, ucciso e fatto a pezzi dalla mamma e dalla compagna

Sarebbe morto per strangolamento Alessandro Venier, il 35enne ucciso e fatto a pezzi a Gemona dalla madre e dalla compagna. Questo è quanto emerge dall’autopsia effettuata sui resti. Il corpo è stato “depezzato” dopo la morte, probabilmente con un seghetto sequestrato nell’autorimessa dove era stato occultato.
A cura di Gabriella Mazzeo
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È deceduto per strangolamento Alessandro Venier, l'uomo ucciso e fatto a pezzi dalla madre e dalla compagna lo scorso 25 luglio a Gemona. Lorena Venier, mamma 61enne della vittima, aveva raccontato di aver prima somministrato al 35enne un blister di farmaci e due iniezioni di insulina e poi di aver cercato di soffocarlo con un cordino.

L'autopsia effettuata oggi, mercoledì 13 agosto, alla presenza del medico legale Francesca Sinopoli e dei consulenti di parte, il dottor Massimiliano Mansutti e il professor Lorenzo Desinan, ha confermato la morte per strangolamento e il "depezzamento" post mortem.

Secondo l'esame, il corpo è stato smembrato con un utensile non ancora individuato. Lorena Venier aveva parlato di un coltello che però non sarebbe stato in grado di incidere le ossa del femore. Per questo motivo, gli inquirenti ritengono che possa essere stato usato un seghetto sequestrato nell'autorimessa dove era stato trasportato il corpo.

La calce viva che ha ricoperto il corpo nel bidone in cui era stato occultato non ha creato problemi agli accertamenti, mentre ha reso difficile la Tac poi portata a termine ieri. 

L'esame di oggi, invece, stava per essere rinviato a causa di alcuni disguidi nella preparazione dei resti. Il corpo di Venier, infatti, non era stato scongelato per tempo. Il pool di medici ha dovuto attendere che le spoglie fossero pronte prima di poter iniziare gli accertamenti.

Secondo quanto appreso da Fanpage.it, saranno effettuati ulteriori esami sul corpo dell'uomo. L'autopsia non è infatti ancora del tutto conclusa e sono attualmente noti soltanto i primi risultati degli accertamenti sui resti del 35enne. La madre di Venier si trova in carcere, mentre la compagna dell'uomo, Maylin Castro Monsalvo, è attualmente nella casa protetta della Giudecca, nella sezione Icam (Istituto a Custodia Attenuata per Madri).

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