video suggerito
video suggerito
Omicidio Giulia Cecchettin

Cosa c’è scritto nella lettera con cui Turetta ha rinunciato all’appello per il femminicidio di Giulia Cecchettin

Filippo Turetta ha rinunciato all’appello e accetta l’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin. In una lettera scrive di volersi “assumere la piena responsabilità” e di pentirsi “ogni giorno dal profondo del cuore”. L’accusa resta in aula per chiedere le aggravanti.
A cura di Davide Falcioni
178 CONDIVISIONI
Filippo Turetta
Filippo Turetta
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Una sola pagina, scritta a mano. Un testo breve, in cui Filippo Turetta comunica la decisone di rinunciare all’appello contro la condanna all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin. "Fin dall’inizio del mio percorso giudiziario – scrive il giovane femminicida – ho fatto tutte le scelte possibili affinché questo potesse portare il più rapidamente possibile e in modo trasparente e sincero alla sentenza, qualsiasi essa fosse, tristemente consapevole che purtroppo in nessun modo essa potrà pienamente rimediare ed eliminare il profondo dolore e sofferenza che ho causato con le mie gravissime azioni a Giulia e a tutti i suoi familiari e parenti impedendole di vivere una piena e meravigliosa vita…".

Turetta afferma di voler chiudere qui la sua vicenda processuale. "In questo momento ho maturato la convinzione e sento il bisogno per questi motivi e spinto dai forti sensi di colpa che provo ad assumermi la piena responsabilità per quello che ho fatto, di cui mi pento ogni giorno sinceramente dal profondo del cuore pensando a lei e a tutto questo e di prendere la scelta di rifiutare di affrontare i successivi gradi di giudizio e accettare la pena che ho ricevuto il primo grado. Dichiaro dunque di rinunciare all’impugnazione proposta in data 21 maggio… I miei difensori hanno preso atto della mia meditata e maturata decisione".

La lettera è stata inviata alla Procura generale, alla Procura ordinaria, alla Corte d’assise di Venezia – che lo scorso anno lo ha condannato all’ergastolo – e alla Corte d’appello, dove il prossimo 14 novembre sarebbe dovuto iniziare il processo di secondo grado. Quel giorno Turetta non sarà in aula, e non ci saranno nemmeno i suoi avvocati, Giovanni Caruso e Monica Cornaviera. L’accusa, invece, sarà presente. Il pubblico ministero Andrea Petroni ha impugnato la sentenza di primo grado chiedendo che vengano riconosciute le aggravanti della crudeltà e dello stalking, escluse in prima istanza. "Noi in appello ci saremo", ha confermato Stefano Ancilotto, procuratore facente funzione di Venezia.

La vicenda giudiziaria di Filippo Turetta si intreccia con una tragedia che ha scosso l’Italia. Nel novembre 2023, Giulia Cecchettin, 22 anni, fu uccisa dall’ex fidanzato dopo essere scomparsa da Vigonovo, in provincia di Venezia. Il suo corpo venne ritrovato una settimana dopo nei pressi del lago di Barcis, in Friuli. Un femminicidio che ha indignato il Paese, diventando simbolo del dramma della violenza di genere e della necessità di una risposta culturale e sociale profonda.

178 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views