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Gli oncologi: “I malati di tumore rinviino chemioterapie e visite non urgenti”

A causa dell’epidemia di coronavirus l’Associazione italiana di Oncologia medica ha invitato i pazienti oncologici a “rinviare i trattamenti di chemioterapia in ospedale e le visite programmate di controllo”, salvo i casi più urgenti.
A cura di Davide Falcioni
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L'epidemia di coronavirus cambierà anche le terapie dei malati di tumore. Associazione italiana di Oncologia medica infatti ha invitato i pazienti oncologici a "rinviare i trattamenti di chemioterapia in ospedale e le visite programmate di controllo”, salvo i casi più urgenti. L'associazione sottolinea come la richiesta sia motivata dalla necessità di fronteggiare l’emergenza coronavirus, posticipando – laddove possibile – le cure anticancro programmate, rinviando quindi anche le visite. È inoltre “opportuno valutare caso per caso l’eventuale rinvio della terapia, in base al rapporto tra i rischi dell’accesso in ospedale e i benefici attesi”.

L’Aiom, affermano Giordano Beretta, presidente dell'associazione, e Saverio Cinieri, presidente eletto della società scientifica, “manifesta grande solidarietà a tutti gli oncologi medici e a tutti gli operatori di area oncologica che, al fianco degli altri medici, degli infermieri e di tutti gli operatori sanitari, stanno affrontando o si preparano ad affrontare l’emergenza sanitaria causata dal coronavirus. In particolare, il nostro pensiero va a chi è impegnato in prima linea nelle zone rosse e nelle Regioni dove i contagi sono ad oggi più alti”.

“Siamo consapevoli che a causa delle difficoltà operative legate al carico di lavoro del personale sanitario, che già interessa alcuni ospedali e probabilmente ne vedrà interessati altri a breve, potrebbe essere necessario anche differire parte dell’attività programmata per i pazienti oncologici – spiegano Beretta e Cinieri -. Siamo in tempi di grande e imprevista emergenza e tutta la Nazione è chiamata ad una prova impegnativa. Il momento è difficile per le quotidiane pratiche di noi oncologi e dei nostri pazienti oncologici, già impegnati in un complesso percorso di malattia”.

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