video suggerito
video suggerito
Covid 19

Coronavirus: cosa sta succedendo in Veneto, unica regione in cui aumentano i casi

Il Veneto da giorni è diventata la regione italiana col maggior numero di casi giornalieri di coronavirus e da almeno inizio mese è stabilmente tra le prime come incremento di casi nelle 24 ore dopo essere riuscita per lungo tempo a contenere il contagio. Per Zaia è frutto dei tanti tamponi ma crescono anche i casi per ogni 100mila abitanti. Crisanti, “Effetto paradosso di chi sta troppo tempo in zona gialla”.
A cura di Antonio Palma
76 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Oggi il Veneto è stata la regione col più alto incremento di casi di coronavirus nell'ultima giornata ma è da giorni che è diventata la regione italiana col maggior numero di casi giornalieri di coronavirus e da almeno inizio mese è stabilmente tra le prime come incremento di casi nelle 24 ore dopo essere riuscita per lungo tempo a contenere il contagio che pure era divampato nella prima ondata della pandemia. Un incremento di infezioni che è sotto gli occhi di tutti e che non è spiegabile solo con l'elevato numero di test e tamponi che vengo fatti quotidianamente in regione e che ha spinto lo stesso Governatore Luca Zaia a chiarire la situazione. "Il numero assoluto di positivi non vuol dire niente. Quel che conta è la percentuale sul totale dei tamponi" ha dichiarato oggi il Presidente della Regione ammettendo però che qualcosa non va sul raffronto con il resto del Paese.

In Veneto molti test antigenici

Al momento il Veneto è l'unica regione in cui i casi per ogni 100mila abitanti sono saliti nell'ultima settimana ed è quella  con più province con un alto tasso di positività sulla popolazione residente ma sale anche il tasso di positività sui tamponi effettuati. Un dato che pare dipendere dall'uso massiccio di test antigenici che potrebbero aver "falsato" i dati complessivi.  "Vorremo capire ufficialmente e ne ho parlato anche con il professor Brusaferro, se i dati sono omogenei a livello nazionale. Se si prende il dato assoluto dei positivi devi spiegare che non è confrontabile con altre regioni; alcune fanno solo tamponi molecolari, altre un po' di rapidi, alcune caricano un dato, altre hanno fatto scelte di testare fasce popolazione e non altre. Non è un dato omogeneo" ha sottolineato lo stesso Zaia, aggiungendo: "Noi facciamo moltissimi tamponi, abbiamo un modello unico nel suo genere, ho invitato la dottoressa Russo perché vorremmo capire ufficialmente come mai registriamo tutti questi contagi. Noi presentiamo al Governo tutti i risultati dei tamponi, anche quelli rapidi, e siamo due, tre regioni che adottiamo questo comportamento".

Veneto zona gialla, casi saliti gradualmente

Non è da sottovalutare il fatto che il Veneto sia da tempo in zona gialla. "Siamo nella parte alta della curva, vediamo un trend di timida discesa regionale. Abbiamo avuto una crescita graduale fin dal primo giorno, senza impennate iniziali, siamo arrivati nella parte alta, adesso si spera che pian piano decresca. I fattori fondamentali sono che abbiamo meno di un terzo dei positivi rispetto a marzo, ma abbiamo anche circa 600 persone in più ricoverate, ma non abbiamo avuto il lockdown" ha ricordato sempre Zaia. In effetti come ha spiegato anche il professor Crisanti, "di fatto succede un effetto paradosso, cioè che la Regione che è più preparata dal punto di vista sanitario permette al virus di trasmettersi di più, perché ha delle misure restrittive più blande e, infatti, il Veneto ha da quasi una settimana i casi in aumento ed è sicuramente una delle Regioni più colpite".

Zaia: "Abbiamo strategie diverse"

"Finché abbiamo strategie diverse e modalità di calcolo degli indicatori diversi, questi non sono confrontabili fra loro. Mi riferisco al totale dei tamponi positivi con il totale dei tamponi fatti. Questo permette di calcolare il famoso Rt" ha spiegato invece la dottoressa Francesca Russo del servizio prevenzione Veneto, aggiungendo: "La logica sugli asintomatici non è uguale in tutte le regioni. Ad esempio la Regione Lazio ha tolto la ricerca della positività nei contatti stretti degli asintomatici. E invece da noi, ad esempio, vengono non solo ricercati ma tutti i positivi al tampone rapido devono essere confermati con il tampone molecolare. Il fatto che abbiamo strategie diverse e usiamo una grande quantità di test, e questo non è uniformemente presente nel calcolo dei dati inviati al Governo. Noi abbiamo fatto presente che questi fattori generano delle discrepanze. Tutto ciò che non è standardizzato in maniera uguale non può essere confrontato, al pari di altri criteri, come i ricoveri o altri indicatori calcolati invece alla stessa maniera"

Rt Veneto è stato sempre sotto 1.25

"Abbiamo avuto una salita graduale, ci siamo fermati a una sorta di plateau e stiamo leggermente scendendo. Vi è stata una leggera flessione rispetto alla settimana precedente, da 433 a 413 positivi su 100mila residenti. Questo sta a indicare che comincia una leggera, timida discesa dei nuovi positivi" ha proseguito Russo ricordando che in Veneto "l'Rt è stato sempre sotto 1.25". "Nella nostra regione per una serie di condizioni scende più gradualmente e dobbiamo aspettare che cali piano piano. La valutazione però viene fatta non solo su questo parametro: dai dati che ho analizzato il nostro scenario, per me, non è tale da farci scivolare in area arancione" ha concluso Russo.

76 CONDIVISIONI
32843 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views