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Coppia indebitata finge di separarsi per raggirare i creditori: incastrati dalle foto insieme sui social

Una coppia di Torino ha finto di separarsi per raggirare i creditori e non pagare i debiti contratti per 700mila euro di imposte. I due, che sulla carta risultavano separati dal 2013, avevano però continuato a vivere insieme nel lusso.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Sommersi dai debiti, un uomo e una donna di Torino avevano ordito un piano per non pagare 700mila euro di imposte. Un agente immobiliare e la sua compagna avevano deciso di fingere una separazione per evitare che i creditori potessero impossessarsi dei beni di lui, primo ideatore del raggiro nei confronti dell'agenzia delle entrate. L'uomo, stando a quanto riporta Repubblica, aveva messo in scena un divorzio con la moglie dopo aver intestato all'anziana madre di quest'ultima una Porsche e 250mila euro. 

Dopo aver intestato i beni in questione all'anziana donna in Romania, aveva continuato a mantenere un tenore di vita molto elevato, viaggiando con la consorte e concedendosi vacanze di lusso pur non avendo proprietà intestate o reddito dichiarato. A tradire la coppia è stata l'irresistibile voglia di mostrare le proprie vacanze insieme sui social. I due infatti pubblicavano spesso le foto delle vacanze insieme su Facebook: sul profilo di entrambi, la Guardia di Finanza ha potuto scorrere tra diverse immagini sotto la Tour Eiffel o in gondola a Venezia.

Nessuna traccia, dunque, della crisi che avevano dichiarato e così, dopo un appostamento dei finanzieri, che hanno pedinato la coppia appostandosi anche fuori dalla loro dimora per 15 giorni di fila. Sulla base di quanto ricavato in questi 15 giorni e tramite le indagini, la Corte d’Appello di Torino, su richiesta del pg Alberto Benso, ha confermato le condanne inflitte in primo grado ai due: due anni per l’agente immobiliare, un anno e sei mesi per la finta ex moglie. La coppia dovrà pagare 50mila euro di provvisionale a un creditore che aveva vinto una causa civile contro l’agente immobiliare: l'uomo reclamava  53mila euro che non gli erano mai stati restituiti.

I giudici hanno inoltre riconosciuto lo scioglimento del matrimonio "di carattere fraudolento" perché i due avrebbero ordito tutto per creare una situazione apparente che favorisse la sospensione della sottrazione dei beni. I due si erano separati nel 2013 con un verbale consensuale, poi per anni avevano vissuto insieme come se le cose non fossero mai cambiate in una casa in zona strada San Mauro.

Nonostante la convivenza con la moglie, lui dichiarava di vivere in una mansarda di nove metri quadrati in via Giolitti. Il raggiro, secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbe sfiorato il milione di euro.

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