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Come ha fatto Andrea Cavallari a fuggire in Spagna: dal viaggio a Barcellona con taxi e BlaBlaCar ai soldi falsi

I 15 giorni di fuga di Andrea Cavallari, 26enne condannato per la strage di Corinaldo, evaso il 3 luglio dal carcere di Bologna dove stava scontando la sua pena: dall’Emilia a Barcellona usando taxi, NCC e BlaBlaCar, con soldi e documenti falsi.
A cura di Ida Artiaco
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Emergono nuovi dettagli sulla fuga in Spagna di Andrea Cavallari, il 26enne condannato in via definitiva a 11 anni e 10 mesi per omicidio preteritenzionale per la strage di Corinaldo, nella quale persero la vita 6 persone, tra cui cinque minorenni, evaso lo scorso 3 luglio dal carcere di Bologna approfittando di un permesso per discutere la tesi di laurea. Dopo più o meno 15 giorni, il giovane è stato catturato ieri a Lloret de Mar, località balneare vicino Barcellona: si trovava in un alloggio dove si era registrato con un nome falso. Ma come ha fatto ha raggiungere la Costa Brava così facilmente?

Stando a quanto riporta oggi Il Corriere della Sera, Cavallari, che non ha la patente di guida, avrebbe viaggiato da Bologna e Barcellona utilizzando taxi, Ncc (gli autonoleggi) e addirittura in BlaBlacar, la piattaforma web che consente di trovare passaggi da un posto a un altro, anche per distanze lunghe. Secondo la ricostruzione degli uomini del nucleo investigativo regionale della polizia penitenziaria diretto da Giuseppe Ciuffreda, il 3 luglio scorso, dopo aver salutato i familiari con i quali aveva festeggiato a pranzo la laurea conseguita in Scienze giuridiche dicendo che avrebbe raggiunto la fidanzata, la prima tappa sarebbe stata Bologna-Milano in auto.

Da qui avrebbe raggiunto la Spagna passando per la Costa Azzurra, pagando tutto in contanti. Che non è escluso fossero banconote false, come gli 800 euro che gli agenti della Policia Nacional gli hanno trovato addosso quando lo hanno arrestato all’uscita dell’hotel dove si nascondeva a Lloret de Mar, in possesso di documenti falsi con le generalità di tale Antonio Saitta. Aveva anche una carta di credito, sempre intestata a Saitta, con cui ha pagato le spese in Spagna, dai vestiti ai ristoranti, persino souvenir, che hanno permesso di identificarlo. A tradirlo anche l’analisi delle celle agganciate all’utenza del cellulare che aveva quando è stato preso. La Procura di Bologna, in collaborazione con quella di Ancona, starebbe già iscrivendo alcuni nomi di alcuni possibili complici nel fascicolo aperto per favoreggiamento.

Oggi, intanto, Cavallari sarà a disposizione del magistrato dell’Audiencia Nacional che dovrà decretarne la custodia in carcere in attesa dell’estradizione in Italia. Ci vorranno fra i 10 e i 30 giorni.

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