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Colonnello accusato di molestie su soldata: a rischio il processo per il ritardo della querela

C’è stato un rinvio nella prima udienza del processo in Calabria che vede imputato un tenente colonnello con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di una sua soldata. L’avvocato difensore ha chiesto l’immediato proscioglimento dell’ufficiale perché secondo lui c’è un problema di procedibilità legato ai ritardi della querela. Il giudice deciderà se procedere o meno con il processo.
A cura di Giorgia Venturini
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Si è tenuta oggi 13 maggio la prima udienza dopo il rinvio a giudizio sul caso della saldata che ha denunciato il suo tenente colonnello – entrambi in servizio nell'Esercito in una caserma in Calabria – di violenza sessuale. Stando a quanto spiegato a Fanpage.it, l'udienza è stata rinviata al 6 novembre: nel frattempo il giudice dovrà decidere se sciogliere o meno una riserva presentata dal difensore dell'ufficiale. Ma da quali accuse si deve difendere l'ufficiale?

Questo è quello che ha spiegato la soldata durante la sua denuncia e che dovrà trovare, come per ogni processo, riscontro in fase dibattimentale: nel 2021, durante l'orario di lavoro, aveva l'ordine di portare nell'ufficio del suo superiore dei documenti. Questo avrebbe iniziato a rivolgerle domande private e che nulla c'entrano con il lavoro militare. Tipo: "Quanti hanno hai?"; "Hai il fidanzato?". Non solo, la ragazza nella sua deposizione ha raccontato: "Mentre mi diceva le suddette frasi si è avvicinato al mio volto, mi ha tolto gli occhiali e la mascherina e mi ha chiesto di sciogliermi i capelli". Dopo pochi secondi la ragazza è riuscita a uscire dall'ufficio. Ma non sarebbe stata l'unica volta: la vittima racconta che sempre con un'altra scusa si era trovata da sola con lui in ufficio: "Ha chiuso la porta e si è avvicinato nuovamente a me e, come aveva fatto in precedenza, ha ripetuto le stesse frasi. Mi ha tolto occhiali e mascherina, ma in questa circostanza mi abbracciava e diceva ‘non si può fare tra militari, vero?‘". Oggi dopo quasi un anno di rinvii per diversi motivi si è tenuta la prima udienza che è finita con l'ennesimo rinvio. Ma a cosa si è opposto il difensore del tenente colonnello?

Stando sempre a fonti di Fanpage.it, l'avvocato difensore ha chiesto l'immediato proscioglienti dell'imputato, previsto per legge, perché ci sarebbe un problema di procedibilità legato alle tempistiche della querela, avvenuta dopo 15 mesi dai fatti. L'avvocato, interpellato da Fanpage.it, non ha voluto rilasciare dichiarazioni.

Il pubblico ministero si è opposto affermando che si tratta di un reato procedibile d'ufficio. La difesa della vittima ha appoggiato l'accusa precisando che si arriva già da un procedimento militare: la sua assistita infatti avrebbe prima fatto una relazione ai suoi superiori che hanno mandato gli atti subito al Tribunale militare che aveva configurato i reati di ingiuria e violenza al sottoposto. Il giudice militare a questo punto ha disposto la trasmissione degli atti della Procura di Catanzaro per competenza territoriale: il reato è ora di violenza sessuale.

Solo a questo punto – ed erano passati alcuni mesi – la vittima ha presentato querela immediatamente: avrebbe capito così che ciò che aveva subito era riconducibile più al reato di violenza sessuale che a quello di violenza nei confronti di un sottoposto. Adesso però saranno necessari altri mesi: il 6 novembre il giudice deciderà se si procederà o meno con il processo.

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