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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

Ciondolo, orologio, bracciali: al via nuove indagini sugli oggetti indossati da Chiara Poggi il giorno del delitto

Al via nuove analisi sugli oggetti che Chiara Poggi indossava il giorno che è stata uccisa a Garlasco, tra cui un ciondolo di un dente di squalo, alcuni braccialetti, l’orologio e la cavigliera. L’annuncio del consulente della famiglia Dario Redaelli: “Li useremo nel momento in cui lo riterremo opportuno”.
A cura di Ida Artiaco
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Chiara Poggi
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In attesa del 18 dicembre, giorno dell'epilogo del lungo incidente probatorio sul caso Garlasco, si aggiunge un altro tassello alle nuove indagini sul delitto che si è consumato ormai 18 anni fa nella villetta di via Pascoli e che vede indagato per concorso in omicidio Andrea Sempio. Ad annunciarlo è stato Dario Redaelli, consulente della famiglia di Chiara Poggi: verranno infatti analizzati per la prima volta gli oggetti che la ragazza, all'epoca 26enne, indossava il giorno in cui è stata uccisa. Tra questi, una catenina col ciondolo di un dente di squalo, alcuni braccialetti, uno dei quali col nome ‘Chiara', l'orologio e la cavigliera, oltre agli orecchini. Di questi, uno l'aveva ancora sul lobo quando è stato ritrovato il corpo mentre l'altro l'aveva perso probabilmente proprio durante l'omicidio e che è stato ritrovato sulla scena del crimine.

Questi oggetti – hanno specificato i consulenti dei Poggi – nel corso delle indagini nel 2007 "vennero sottoposti ad analisi dai carabinieri del RIS di Parma su delega della Procura. Dalla relazione tecnica su queste attività emerse tra le altre cose che i braccialetti e l'orologio sono risultati imbrattati di tracce e non sono stati sottoposti a prelievo". Poi, sono stati restituiti alla famiglia nel 2010 in perfetto stato di conservazione.

"Sono stati conservati come se fossero delle reliquie e così tutto ciò che aveva avuto a che fare con quella ragazza quel giorno – ha spiegato Redaelli ospite della trasmissione Quarto Grado nei giorni scorsi -. Alcuni di questi oggetti non sono stati analizzati e a noi interessano adesso. Sono delle attività d’indagine che stiamo facendo sugli accessori che Chiara indossava quel giorno e che useremo nel momento in cui lo riterremo opportuno", ha aggiunto. Tutti questi oggetti sono rimasti fuori dall'incidente probatorio. "Perché non sono entrati? È stata una decisione della Procura", si è chiesto sempre il criminologo.

A confermare le nuove indagini è stato anche l'avvocato Gianluigi Tizzoni che da sempre affianca i Poggi. "Stiamo facendo molte cose tra le quali anche analizzare gli oggetti restituiti nel 2010 ai familiari. I giudici del primo processo d'appello all'epoca ce li negarono", ha detto all'AGI. Nell'ordinanza la Corte d'Assise d'Appello, che poi assolse Alberto Stasi prima che la Cassazione ribaltasse tutto e che il ragazzo, all'epoca fidanzato della vittima venisse condannato in via definitiva, scriveva che erano "certamente inammissibili" le richieste dell'avvocato Tizzoni "di approfondimenti istruttori" che comprendevano anche altri reperti come i pantaloncini e la maglietta di Chiara Poggi.

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