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Femminicidio Cinzia Pinna

“Cinzia Pinna troppo distante da Ragnedda”: dubbi sulla versione del killer, cosa emerge dai rilievi

Continuano le indagini sulla morte di Cinzia Pinna, la 33enne scomparsa a Palau l’11 settembre scorso. I rilievi finora effettuati smentirebbero le dichiarazioni fornite da Ragnedda su un omicidio maturato nell’ambito della difesa da un’aggressione. Fonti investigative, però, specificano che gli accertamenti devono ancora essere conclusi e che i Ris saranno di nuovo nella tenuta di Ragnedda il prossimo 20 ottobre.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Non sono ancora terminati gli accertamenti dei Ris, che il 20 ottobre torneranno nell'abitazione di Ragnedda per ulteriori rilievi relativi alla morte di Cinzia Pinna, la 33enne di Castelsardo scomparsa l'11 settembre scorso. La parzialità dei risultati raccolti, spiegano fonti informate a Fanpage.it, non permette di smentire le dichiarazioni fornite dal 41enne reo confesso in merito all'omicidio maturato nel contesto della difesa da una presunta aggressione.

L'uomo spiegò agli inquirenti di aver sparato alla 33enne dopo aver consumato in sua compagnia alcolici e stupefacenti. Secondo quanto da lui raccontato, la donna avrebbe cercato di aggredirlo con un coltello e lui avrebbe aperto il fuoco, uccidendo Pinna con due pallottole. Il terzo colpo, invece, le avrebbe sfiorato il viso.

Quel che appare evidente, secondo quanto apprende Fanpage.it, è che Pinna sia stata colpita da una distanza troppo ampia per suggerire un'aggressione dovuta all'esigenza di difendersi da una minaccia. Parlare di una smentita di quanto dichiarato da Ragnedda al momento sarebbe affrettato così come ci spiegano fonti interne alle indagini. 

Probabile però che nei prossimi giorni il pm chieda di risentire l'imprenditore 41enne reo confesso. Al momento, la difesa ha annullato il ricorso al Riesame, forse in attesa di ulteriori informazioni sulle indagini, che sono ancora nel pieno.

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Continuano anche gli accertamenti sulla posizione delle altre due persone indagate, rispettivamente la compagna di Ragnedda e l'amico 26enne di origini milanesi. Il giovane lombardo resta indagato per occultamento di cadavere e la sua auto è stata sottoposta ad accertamenti da parte dei Ris insieme alla vettura del 41enne e alla sua imbarcazione. 

Anche la compagna di Ragnedda è iscritta al registro degli indagati come atto dovuto con l'accusa di favoreggiamento. L'ipotesi è che la donna possa aver aiutato il 41enne a ripulire la scena del crimine, anche se al momento non ci sono indizi investigativi che suggeriscano un suo ruolo nel delitto o nell'occultamento del cadavere della 33enne.

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