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Omicidio a Gemona

C’era un piano B per assassinare Alessandro Venier: “Mailyn voleva coinvolgere il fratello 20enne in Colombia”

Lorena Venier e la nuora Mailyn Castro Monsalvo avrebbero avuto un “piano B” per l’omicidio di Alessandro Venier, l’uomo poi assassinato e fatto a pezzi a Gemona. Inizialmente, infatti, secondo quanto raccontato dalla madre, Castro Monsalvo aveva proposto di coinvolgere suo fratello in Colombia per farlo assassinare una volta arrivato. “Non volevo coinvolgere un ragazzo di 20 anni”.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Ci sarebbe stato più di un piano per uccidere Alessandro Venier, l'uomo che è stato assassinato e fatto a pezzi lo scorso 25 luglio a Gemona dalla madre, Lorena Venier, e dalla nuora Mailyn Castro Monsalvo. A raccontarlo è stata proprio Venier, che davanti al pubblico ministero ha riassunto una vicenda estremamente triste. Per la donna, infatti, il figlio non aveva alcuna empatia per la compagna, vittima della depressione post-parto. Non ne avrebbe avuta neppure per lei, aggredita più volte fisicamente. Venier ha raccontato di 2 pugni sulla schiena alla minaccia di denunciare le sue violenze su Castro Monsalvo alle forze dell'ordine e di una bottigliata ricevuta in pieno volto tanti anni prima. "Non mi sono mai fidata dei carabinieri – avrebbe detto la donna – e non ho mai creduto nello strumento della denuncia".

Durante l'interrogatorio, la donna ha affermato che il figlio "non mostrava empatia per la sofferenza altrui", tanto da non credere alla depressione post-parto della compagna, mostrandosi violento nei suoi confronti. Così, dopo l'ennesima aggressione, Castro Monsalvo avrebbe proposto alla suocera il delitto. Le due hanno iniziato a valutare l'idea e poi a studiarne i dettagli.

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Castro Monsalvo avrebbe mostrato più di un dubbio, con continue richieste di rassicurazioni alla suocera. "Voleva sapere se fossi sicura della scelta. Mi ha detto che al limite poteva farlo ammazzare dal fratello in Colombia" ha riferito Venier. Alla fine, la donna avrebbe rifiutato l'offerta: "Mi sembrava ingiusto coinvolgere suo fratello che ha solo 20 anni".

Alla fine, la decisione definitiva di agire sarebbe arrivata una settimana prima del delitto. Lorena è l'unica ad aver parlato in queste settimane, mentre Mailyn Castro Monsalvo si è chiusa in un religioso silenzio stampa. A Fanpage.it, il legale Federica Tosel ha raccontato le difficoltà della donna che sarebbe stata ascoltata in presenza di uno psicologo o di uno psichiatra. 

Per la Procura di Udine, le due donne sarebbero le autrici di un omicidio volontario, ma avrebbero avuto ruoli diversi: Venier sarebbe stata l'organizzatrice, mentre Mailyn sarebbe stata l'istigatrice. Entrambe avrebbero collaborato poi nell'atto pratico del delitto. Secondo quanto ricorda il legale della 62enne a Fanpage.it, il desiderio della donna era quello di proteggere la nuora e il nipotino. "Avevo paura di mio figlio anche per i comportamenti che aveva avuto contro di me nel corso degli anni", ha rivelato alle autorità.

Secondo la donna, Alessandro Venier era diventato particolarmente violento dopo la nascita del figlio a gennaio. L'uomo non avrebbe neppure creduto alla depressione post-parto della compagna. "Credeva che lei fingesse e la maltrattava, verbalmente e fisicamente".

Le due avrebbero compiuto l'omicidio il giorno prima della sua partenza per la Colombia. Il timore della 62enne era che l'uomo potesse rivalersi sulla compagna e sul figlio una volta raggiunto il paese estero. "Avremmo detto a tutti che era partito per la Colombia e che non sarebbe più tornato, ci sembrava il momento migliore".

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