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Catania, 6 arresti in blitz antidroga: pusher fotografa il figlio in culla ricoperto di soldi

Durante gli accertamenti investigativi è emerso che gli indagati amavano mostrare la loro “posizione economica” esibendo pacchi di banconote. In alcuni casi i soldi erano messa forma di frasi mentre uno degli indagati per vantarsi ha addirittura fotografato il proprio figlioletto nella sua culla coperto di banconote.
A cura di Antonio Palma
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La foto di un bimbo talmente piccolo tanto da dover essere ancora trasportato nella sua culletta ma completamente sommerso di soldi, probabilmente provento di traffici illeciti da parte del genitore. È la singolare immagine scoperta nelle scorse ore dai carabinieri di Catania in un’abitazione del capoluogo etneo sottoposta a perquisizione nell’ambito di una indagine su un fiorente spaccio di droga. Il blitz dei militari del comando provinciale di Catania è scattato nelle scorse ore e ha portato all’arresto di sei persone accusate a vario titolo dei reati di associazione mafiosa e spaccio di sostanze stupefacenti. Contro di loro i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania su richiesta della Direzione Distrettuale antimafia della Procura etnea.

Secondo l’accusa, i sei farebbero parte del clan Cappello e gestivano tre importanti "piazze" di spaccio nei rioni Pigno e Librino e a Francofonte, in provincia di Siracusa, i cui proventi servivano anche a mantenere in carcere esponenti del clan. L’inchiesta che ha portato al blitz di oggi, denominata "La Cosa", era partita nei mesi scorsi a seguito di un’altra indagine condotta dai Carabinieri della compagnia di Gravina di Catania per smantellare una banda specializzata in furti di bancomat. Da quella indagine che aveva già portato ad alcuni arresti, era emerso il coinvolgimento di uomini dei clan locali e dunque era scattata l’inchiesta della Dda.

Attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche ma anche grazie a dichiarazioni di pentiti, si è scoperto che il gruppo gestiva un vasto spaccio di marijuana e cocaina ed era in possesso di armi da guerra. Durante gli accertamenti investigativi è emerso che gli indagati amavano mostrare la loro "posizione economica" esibendo pacchi di banconote. In alcuni casi i soldi erano messa forma di frasi mentre uno degli indagati per vantarsi ha addirittura fotografato il proprio figlioletto nella sua culla coperto di banconote.

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