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Delitto di Avetrana: l'omicidio di Sarah Scazzi

Caso Scazzi: la Cassazione smantella l’alibi di Sabrina Misseri

Per l’avvocato Coppi, la sua assistita Sabrina Misseri avrebbe chiamato la cugina Sarah dopo le 14,20: l’alibi, però, è stato smantellato dalla Corte, la quale sostiene che la quindicenne era già in casa Misseri tra le ore 14 e le 14,40, arco di tempo in cui la giovane sarebbe stata uccisa.
A cura di Daniela Caruso
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Caso Scazzi, indizi irrisori contro Sabrina Misseri e Cosima Serrano
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Indizi "irrisori" quelli he incastrerebbero Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano per l’uccisione della piccola Sarah Scazzi avvenuta il 26 agosto di un anno fa. La posizione delle due donne, dunque, potrebbe alleggerirsi notevolmente, dopo che la Cassazione ha così definito i punti che incastrerebbero le due principali indiziate per la morte di Sarah. Sabrina sarebbe stata accusata di due reati, che l’avrebbero implicata in una situazione in cui avrebbe agito come complice in primis col padre Michele Misseri, prosciolto dall'omicidio, e poi con la madre, in diversi luoghi in cui si sarebbe svolto il delitto, ignorando alcuni dettagli tecnici importanti e dando credito a testimoni non attendibili, come il fioraio Giovanni Buccolieri, che aveva raccontato un sogno in merito all’omicidio.

I giudici romani, dunque, smantellano l’intero impianto accusatorio messo in piedi dai pm Bucoliero e Argentino della Procura di Taranto, che in quest’ anno si sono occupati delle indagini sul caso Scazzi. Questi ultimi, però, non concordano con la versione “innocentista” di Sabrina e Cosima, anche se, in entrambe le versioni, l’ora dell’omicidio corrisponde alla perfezione, cioè tra le 14 e le 14,40, orario che avrebbe smascherato, appunto, “tutta la messa in scena dei messaggi fatti da Sabrina con il telefonino della cugina”. La Corte di Cassazione, dunque, ritiene carenti le argomentazioni dei giudici che finora si sono occupati dell’intera vicenda e, nel contempo, ritiene che esistano elementi necessari per contestare a entrambe l’accusa di concorso nella soppressione del cadavere di Sarah, reato commesso per nascondere quello dell’omicidio.

Una posizione evidentemente contradditoria, che però, soddisfa l’avvocato di Sabrina Misseri, per il quale la sentenza della Cassazione “riconosce la totale mancanza dei gravi indizi di colpevolezza” a carico di Sabrina per quel che concerne “l’omicidio e il sequestro di persona, di più non potevamo ottenere. Rimane il fatto, questo sì grave, che ancora una volta la Cassazione ha costatato l'infondatezza della carcerazione di Sabrina”. La situazione, così delineata, potrebbe indurre i legali di Sabrina a richiedere al gup la scarcerazione della ragazza. Valter Biscotti, legale della famiglia Scazzi, pone l’accento sul fatto che la giovane Sarah ormai non c’è più e che “è entrata viva ed è uscita morta da quella casa in cui tra l’appartamento e il garage c’erano tre persone”. L’alibi di Sabrina, dunque, è smantellato: secondo l’avvocato Coppi, Sabrina avrebbe telefonato Sarah dopo le 14,20, mentre la Cassazione crede che, proprio in quel lasso di tempo, la ragazzina già si trovava in casa Misseri.

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