Caso Mps: si apre un nuovo filone di indagine sulla compravendita di immobili
Mentre i Pm di Siena continuano gli interrogatori di tutto il management del Monte Paschi ritenuto colpevole per il deficit dell'istituto di credito, tra cui l'ex vice direttore generale Marco Morelli, l'inchiesta sembra allargarsi sempre di più con nuovi filoni di indagine. Ieri i Pm Antonio Nastasi, Giuseppe Grosso e Aldo Natalini, che coordinano la complessa attività del caso Mps, hanno ordinato infatti un nuovo Blitz della Guardia di Finanza con perquisizioni e sequestri nella città toscana. In particolare sono state perquisite tutte le proprietà di Antonio Degortes, presidente di Monte Paschi Leasing, e l'Enoteca Italiana, ristorante gestito dal fratello Alberto. Nel mirino degli inquirenti la compravendita di alcuni immobili che sarebbero stati ceduti da Monte Paschi a costi ridotti per esser rivenduti subito dopo a prezzi nettamente superiori.
La Fondazione Mps non ha intenzione di cedere il controllo della banca – Con i nuovi cinque indagati di questa inchiesta si apre così un nuovo filone di indagine parallelo a quello dell'acquisto di banca Antonveneta che sembra però ricalcarlo per quanto riguarda l'infedeltà dei manager. Dalle carte sequestrate in questi giorni dalla magistratura infatti sembra che la dirigenza del gruppo senese sapesse benissimo con un rapporto alla mano che Antonveneta era "in perdita" e che avrebbe potuto "continuare a non generare risultati economici positivi" per molto tempo, ma hanno comunque portato a termine l'operazione. Intanto dalla Fondazione Mps, che controlla la banca con il 37,5% del capitale, fanno sapere che non hanno alcuna intenzione di cedere il controllo della banca.
