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Caso Lavitola: Berlusconi smentisce i presunti ricatti del faccendiere

Nell’interrogatorio del 14 maggio davanti ai Pm l’ex Premier smentisce i ricatti spiegando che i passaggi di denaro a Tarantini erano solo un aiuto per le difficoltà economiche della sua famiglia.
A cura di A. P.
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Non vi è stato alcun ricatto da parte di Lavitola e di Tarantini così come non vi è stata alcuna promessa di incarichi pubblici o politici al faccendiere ed ex direttore dell'Avanti. Lo ha continuano a sostenere Silvio Berlusconi davanti ai Pm di Roma che lo hanno ascoltato il 14 maggio scorso durante un interrogatorio in procura come persona lesa nell'ambito dell'inchiesta sui soldi versati a Lavitola e ai coniugi Gianpaolo e Nicla Tarantini. L'ex Premier, che per la stessa vicenda è indagato invece  a Bari per aver indotto un testimone a mentire ai giudici, ha spiegato ancora una volta che i soldi versati a Tarantini tramite Lavitola rappresentavano solo un aiuto per le difficoltà economiche  della sua famiglia. Alla presenza dei suoi avvocati Berlusconi dunque smentisce ogni tipo di minaccia anche velata, ma smentisce anche il passaggio di denaro per il caso dei documenti sulla casa di Montecarlo utilizzati contro l'allora presidente della Camera Gianfranco Fini e le promesse a Lavitola.

Cose vere e cose false – Nei Verbali dell'interrogatorio pubblicati dal Corriere della Sera Berlusconi spiega infatti che nelle lettere ritrovate a casa di Lavitola dopo l'arresto ci sono "insieme di cose vere e di cose totalmente false". "Dico subito che non è vero che io abbia promesso a Lavitola di dargli un incarico governativo, né di candidarlo alle elezioni europee in modo tale da garantire la sua elezione, né di farlo nominare nel Cda della Rai" ha spiegato il Cavaliere, aggiungendo "Non è vero nemmeno che io abbia parlato con Lavitola di far nominare la senatrice Ioannucci nel Cda dell'Eni. Non è vero neanche quanto asserito da Lavitola sulla promessa da parte mia di far nominare Pozzessere almeno direttore generale di Finmeccanica. Non è vero che io abbia rimborsato una somma di circa 500 mila euro a Lavitola per la sua attività a proposito della vicenda Casa di Montecarlo". Vero invece sarebbe la promessa di Berlusconi di far assumere i 19 dipendenti de L'Avanti che erano stati licenziati. "Non fu possibile assumere i suddetti dipendenti anche se io ero disponibile a impegnarmi perché si trattava di lavoratori che avevano perduto il posto di lavoro" ha infatti spiegato Berlusconi.

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