Carlo e Alessandra, in viaggio di nozze tra i terremotati di Camerino

Hanno pronunciato il fatidico "sì" sabato scorso, il 29 ottobre, nel Comune di Senigallia. Neanche il tempo di finire i festeggiamenti con amici e parenti che Alessandra e Carlo, da poco rientrati nella loro casa come moglie e marito, hanno avvertito la scossa di terremoto più potente degli ultimi 36 anni, quella che ha letteralmente dato un "colpo di grazia" a molti comuni dell'appennino maceratese. Che fare, a quel punto? Anziché organizzare il classico viaggio di nozze i due hanno indossato le divise della Croce Rossa e sono partiti alla volta di Camerino, una delle città più colpite con migliaia di sfollati: "Dovevamo fare qualcosa per le comunità colpite dal terremoto. C’è chi fa le bomboniere solidali, noi invece abbiamo scelto il viaggio di nozze solidale”, raccontano i due, che operano soprattutto nelle strutture d'accoglienza organizzate da Protezione Civile e CRI. "Il giorno dopo il matrimonio eravamo nel nostro Comitato locale a disposizione e poi, dopo l’allerta per il personale sul terreno, abbiamo dato la nostra disponibilità: siamo arrivati questa mattina (mercoledì 2 novembre) e staremo qui fino a domenica”.
Carlo e Alessandra lavorano prevalentemente in cucina e aiutano nella preparazione di non meno di 1.500 pasti al giorno ai residenti camerti e ai tanti studenti che in questa straordinaria cittadina marchigiana si erano trasferiti. “Quando abbiamo detto ad amici e parenti quello che volevamo fare, nessuno ci voleva credere. La luna di miele nelle zone terremotate? Impossibile per tutti”, raccontano i due. Carlo aggiunge: "Sono convinto che ancora oggi in molti siano convinti che fosse tutto uno scherzo”. Gli amici della Croce Rossa – che ben li conoscono – hanno invece capito che non scherzavano: “Il giorno del matrimonio ci hanno festeggiato con tutti i tradizionali scherzi ovviamente in tema Croce Rossa. Poi, il giorno dopo, ci hanno visti operativi”. La loro è una storia simbolica ma non è l'unica: sono decine i volontari che, nella Croce Rossa, in Protezione Civile o nelle Brigate di Solidarietà Attiva, hanno investito parte del loro tempo nel sostegno alle popolazioni sfollate.