Bologna, casa di 10 metri quadri a 490 euro: “Vi spiego perché è un affitto fuori legge”

Dieci metri quadri, 490 euro al mese. È l’annuncio apparso nei giorni scorsi su un noto sito di affitti immobiliari per un “monolocale in buono stato” tra le vie del centro storico di Bologna, in zona Saragozza. Prezzo e dimensioni – se così possiamo definirle – hanno riacceso il dibattito sulla crisi abitativa e sull’impennata dei canoni nelle grandi città italiane. Il caso, l’ennesimo nel capoluogo emiliano, è stato segnalato dalla cooperativa sociale Piazza Grande, che ne ha denunciato la natura paradossale.
Il presunto monolocale, descritto come una “mini monostanza indipendente”, offre un letto singolo collocato accanto a un piano cottura e a una piccola scrivania; completano l’arredo un frigorifero, un armadio e una sedia in legno. Il bagno, separato dal resto dell’ambiente solo da una tendina bianca, ospita wc, lavandino e doccia.
Secondo Piazza Grande si tratta di un annuncio “che è quasi impossibile prendere sul serio. La verità è chiara: 10 metri quadrati non sono una casa, e presentare questo spazio come abitabile significa per noi speculare sul bisogno di casa. È la prova concreta che vivere dignitosamente è diventato un privilegio, e denunciare situazioni come questa è il primo passo per non abituarsi all’assurdo”.
L’annuncio di Bologna non è un caso isolato, ma l’ennesimo episodio che riflette la deriva del mercato immobiliare cittadino, dove affitti sempre più alti e spazi sempre più ridotti mettono a rischio il diritto all’abitare.
Rienzi (Sunia Cgil): "Quell'immobile non è abitabile, né affittabile. Serve una legge nazionale sugli affitti brevi"
A commentare il caso a Fanpage.it è Francesco Rienzi, segretario provinciale del SUNIA Cgil di Bologna, che chiarisce innanzitutto un punto tecnico: "Un immobile di 10 metri quadrati non può essere considerato abitabile. La legge prevede una superficie minima di 28 metri quadrati, ridotta a 20 con il cosiddetto piano casa del ministro Salvini. Ma anche così, non rientra nei requisiti minimi di abitabilità".
Rienzi sottolinea che un alloggio di quelle dimensioni "non è nemmeno affittabile". "Non so se l’annuncio provenga da un’agenzia immobiliare, ma se così fosse, credo non dovrebbe nemmeno pubblicizzarlo. Eticamente parlando, dovrebbero avere un codice da rispettare. E, in ogni caso, legalmente, quell’immobile non è abitabile: non può essere definito un alloggio".
Sul fenomeno più ampio, Rienzi invita a non generalizzare ma ammette che "data la scarsità di immobili in locazione, a Bologna molti mettono sul mercato qualunque cosa. Ogni tanto capita di imbattersi in annunci simili: stanze di 8 o 10 metri quadrati, cantine adattate ad abitazioni. È una forma di speculazione, e per fortuna ancora limitata, ma è il sintomo di un mercato fuori controllo"
La situazione degli affitti a Bologna, aggiunge, "è ormai insostenibile rispetto al reddito medio delle famiglie". "Il livello dei canoni è altissimo – spiega – e c’è molta speculazione, alimentata dagli affitti turistici e brevi che hanno trascinato verso l’alto anche quelli a lungo termine. Stimiamo che a Bologna ci siano almeno 5.000 appartamenti destinati a uso turistico, e questo riduce l’offerta per chi cerca casa stabilmente, facendo lievitare i prezzi".
Le conseguenze, avverte il sindacalista, si riflettono sul tessuto sociale ed economico: "È diventato difficile per le aziende trovare lavoratori, perché prima di trovare un impiego, a Bologna bisogna trovare casa a un prezzo accessibile. E questo vale per infermieri, autisti, insegnanti: tutte categorie fondamentali che faticano a vivere in città".
"Serve legge nazionale sugli affitti brevi e turistici"
Come sindacato, il SUNIA chiede quindi interventi strutturali: "Servono politiche nazionali per l’abitare. È la quarta legge di bilancio consecutiva senza fondi per il contributo affitti, per la morosità incolpevole o per il recupero degli alloggi pubblici. Mancano risorse anche per la ristrutturazione dell’edilizia popolare. Ciò di cui abbiamo bisogno sono alloggi a canone sostenibile". Rienzi chiede inoltre una "legge nazionale sugli affitti brevi e turistici": "La Regione Emilia-Romagna sta lavorando a una norma urbanistica per limitarli e dare ai Comuni la possibilità di regolamentarli. Il Comune di Bologna ha già fatto la sua parte modificando il piano urbanistico generale. Ma senza una legge nazionale che dia un quadro chiaro e strumenti di controllo, l’emergenza non si risolve. Bisogna incentivare i canoni concordati e calmierati, e rimuovere le agevolazioni fiscali – come la cedolare secca – per i contratti turistici brevi. È tempo di far pagare a chi specula il giusto prezzo sociale. Ma il governo non sembra interessato a lavorare a un piano casa, preferendo invece puntare addirittura su un piano per semplificare gli sfratti".