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Bologna, bullismo a scuola: 16enne picchiato, umiliato e filmato dai coetanei

Un ragazzo di 16 anni con un lieve ritardo mentale è stato per mesi sottoposto a violenze e vessazioni in una scuola della provincia di Bologna.
A cura di Davide Falcioni
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Un ragazzo di 16 anni della provincia di Boogna è stato vittima di un gravissimo episodio di violenza e bullismo: tre suoi compagni di scuola lo hanno infatti accerchiato e ferito alla gola con un coltellino, provocandogli un taglio lungo due centimetri, quindi l'hanno chiuso in uno dei bagni della scuola per sottoporlo – lontano da sguardi indiscreti – a umiliazioni e vessazioni riprese con il cellulare. Il video, della durata di qualche minuto, è stato infine postato in una chat di Whatsapp. E' accaduto alcuni mesi fa in un istituto professionale della provincia di Bologna: da ieri sulla vicenda indagano i carabinieri, sollecitati dall'avvocato dei familiari dello studente. Il legale ha chiesto un risarcimento per danni morali mentre i militari stanno accertando le identità dei bulli e acquisendo i filmati.

Gli abusi sul 16enne, con un lieve ritardo mentale, sono iniziati il 27 ottobre scorso: quel giorno il giovane venne preso di mira da alcuni coetanei e persino ferito alla gola con un cutter. Spiega l'avvocato Catozzi: "Nonostante la famiglia avesse chiesto alla dirigenza scolastica di mettere in campo misure affinché non si verificassero più certi episodi gli atti di violenza sono continuati". Alcune settimane fa durante l’orario scolastico, alcuni "bulli" della classe sono tornati ad accanirsinei confronti del 16enne che, sbattuto rovinosamente a terra, ha riportato un trauma cranico. Gli abusi – spiega il legale – "sono proseguiti pochi giorni dopo, il 28 gennaio scorso, sempre all’interno dell’istituto, con tre compagni di scuola che hanno rinchiuso il 16enne nel bagno sottoponendolo a umilianti vessazioni e riprendendo la scena con un telefonino per poi diffonderla tra amici".

A quel punto ha raccolto materiale probatorio e presentato un esposto in procura chiedendo di accertare le responsabilità non solo dei minori coinvolti ma anche del dirigente scolastico e degli insegnanti. Secondo Catozzi, infatti, pur essendo da tempo a conoscenza di certi comportamenti gli educatori non sono intervenuti.

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