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Uno Bianca, Occhipinti chiede sconto di pena: se venisse accolto, sarebbe libero

L’ex agente condannato all’ergastolo, membro della banda che tra il 1987 e il 1994 ha seminato il panico in Emilia Romagna, ha chiesto il rito abbreviato ‘a posteriori’. La parola ora spetta al procura.
A cura di B. C.
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Si torna a parlare della Banda della Uno Bianca. Marino Occhipinti, ex poliziotto della squadra mobile di Bologna, all’ergastolo per un omicidio commesso durante una rapina dalla sanguinosa gang che seminò il terrore in Emilia Romagna tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta, ha presentato istanza per beneficiare a posteriori del rito abbreviato commutando la pena in trent'anni. Dal 2012 Occhipinti è in semilibertà, detenuto a Padova: esce al mattino per andare a lavorare e rientra in carcere la sera, ma se la domanda fosse accolta, uscirebbe dal carcere. Nel frattempo, in merito alla sua richiesta è arrivato il commento di Rosanna Zecchi, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime della Banda della Uno Bianca: “Occhipinti non lo perdono. E' un assassino ed è stato zitto sette anni. Sapeva quello che facevano e se avesse parlato forse anche mio marito si sarebbe salvato".

C’è da dire che Occhipinti non è il primo membro della banda a presentare una simile domanda. Ci ha già provato Fabio Savi, l’unico non poliziotto dei tre fratelli killer, attualmente in cella a Spoleto con diversi ergastoli sulle spalle. Il collegio della corte d’Assise di Bologna ha però rigettato la sua istanza. Occhipinti ha già scontato 21 anni di carcere, ma è come se avesse già espiato per intero la pena, grazie agli sconti accumulati ogni anno per buona condotta. La parola ora spetta al procura, poi la Corte d'Assise di Bologna dovrà fissare un'udienza per discuterne.

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