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Covid 19

AstraZeneca, gli epidemiologi: “Casi di trombosi tra i vaccinati in linea con quelli popolazione”

L’Associazione Italiana di Epidemiologia: “I casi di trombosi venosa profonda si verificano non certo per effetto del vaccino ma per effetto della normale incidenza della malattia”. “Ogni anno sono attesi nella popolazione generale tra 35 e 70 anni di età circa 80 casi di TVP ogni 100.000 persone. Questa stima conduce a un numero di casi attesi pari a 1,5- 2 casi per settimana, ovvero 6-8 casi nell’ultimo mese per 100.000 persone”.
A cura di Davide Falcioni
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Dopo la decisione dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) di sospendere in via precauzionale e temporanea le somministrazioni del vaccino AstraZeneca contro Covid-19 su tutto il territorio nazionale l'Associazione Italiana di Epidemiologia prende posizione e difende la sicurezza del farmaco sviluppato da Oxford University e dalla società farmaceutica anglo-svedese: "Sulla base dei dati della letteratura scientifica relativi alla incidenza della trombosi venosa profonda (TVP) e ai dati sui ricoveri ospedalieri, è possibile stimare, in modo conservativo, che in un anno, sono attesi nella popolazione generale tra 35 e 70 anni di età circa 80 casi di TVP ogni 100.000 persone. Questa stima conduce a un numero di casi attesi pari a 1,5- 2 casi per settimana, ovvero 6-8 casi nell’ultimo mese per 100.000 persone".

Nella sua nota l'Associazione Italiana di Epidemiologia aggiunge: "Al 14 marzo 2021, risulta che 184.219 soggetti appartenenti alle Forze Armate e di Polizia e 610.305 soggetti appartenenti al personale scolastico hanno ricevuto il vaccino AstraZeneca, nell’arco di un mese, per un totale di quasi 800 mila persone. Alla luce delle evidenze disponibili, pertanto, in questa popolazione, in un mese si sarebbe dovuto verificare per il solo effetto del caso (6-8 casi/100,000 per 800,000 persone) un numero di ricoveri ospedalieri per TBV compreso tra 42 e 64. Questi casi si verificano non certo per effetto del vaccino ma per effetto della normale incidenza della malattia. Si tratta di calcoli semplici, anche se per il momento approssimativi, e che possono essere confermati con dati più precisi relativi alla popolazione vaccinata. Sulla base di queste considerazioni, l’Associazione Italiana di Epidemiologia auspica l’applicazione di adeguate metodologie di sorveglianza epidemiologica e attende fiduciosa il responso di EMA su un tema di grande rilevanza per la sanità pubblica del nostro Paese. Si auspica, inoltre, uno sforzo da parte dei media per una comunicazione che sia trasparente, corretta e priva di allarmismi non supportati da dati scientifici".

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