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Appalti truccati in Sicilia, Cuffaro contava su un ex poliziotto: “È buttato nei servizi segreti”

Dell’ex poliziotto “buttato nei servizi segreti” parla lo stesso indagato Salvatore Cuffaro, su cui pende ora una richiesta di arresto, intercettato nell’ambito dell’inchiesta sui presunti appalti truccati nella sanità siciliana. L’ex governatore riferiva a un amico di essere stato avvertito che la sua voce era stata registrata nell’ambito di un’altra inchiesta ma lo rassicurava: “Non ci entriamo né io né tu…”.
A cura di Antonio Palma
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Non solo direttori di Dipartimento e dirigenti regionali, nella cerchia di persone che ruotavano attorno all'ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro vi erano anche un ufficiale dei carabinieri e persino un ex poliziotto che il politico definiva "molto in alto e buttato nei servizi segreti". Il nuovo particolare emerge dall‘inchiesta per corruzione, associazione delinquere e turbata libertà degli incanti che coinvolge l'esponente della DC siciliana e che ha sollevato una nuova tempesta nel mondo politico dell'isola.

Dell'ex poliziotto "buttato nei servizi segreti" parla lo stesso indagato Cuffaro su cui pende ora una richiesta di arresto. Nonostante le tante precauzioni detta dalla paura di essere ascoltato, gli avvertimenti degli amici e i tentativi di sapere in anticipo eventuali indagini a suo carico, l'ex governatore infatti è stato intercettato più volte nel corso dell'inchiesta della procura palermitana sui presunti appalti truccati nella sanità siciliana. Dalle carte dell'inchiesta, che vede finora 18 indagati a vario titolo, esce fuori uno spaccato di concorsi e appalti truccati in cui Salvatore Cuffaro si sarebbe mosso a suo agio mettendo in piedi una vera e propria associazione a delinquere per pilotare assegnazioni e incarichi.

Il nome dell'ex poliziotto, noto per aver lavorato nelle stanze dei politici e già coinvolto in precedenti inchieste, vieni fuori dalla bocca di Cuffaro proprio dopo l'incontro chiesto da un colonnello dei Carabinieri per informarlo di alcune indagini che lo potevano riguardare. Il militare lo aveva messo in guardia dal parlare per possibili intercettazioni e così l’ex governatore spiegava all'amico Carmelo Pace, anche lui ora indagato, che lo stesso avvertimento era già arrivato anche dall'ex poliziotto.

"Uno molto in alto buttato nei servizi segreti, è quello che ci sta facendo entrare nel…” dice Cuffaro raccontando all'amico: "Dice "ma tu parli assai al telefono", "come parlo assai al telefono? perché che ho fatto?"". Stando al suo racconto, l’ex poliziotto lo aveva informato che la sua voce era stata registrata nell'ambito di un'altra inchiesta che intercettava un altro indagato. Il poliziotto, a detta di Cuffaro, era molto informato sugli argomenti che lui aveva trattato al telefono con un altro interlocutore politico. “Non ci entriamo né io né tu…” Rassicurava l'ex governatore.

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