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Covid 19

Andreoni su fine stato d’emergenza: “Ad aprile ancora boom di casi, quarta dose per tutti a ottobre”

L’intervista di Fanpage.it a Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma: “La situazione epidemiologica non è favorevole. Mantenere un comportamento attento anche dopo la fine dello stato di emergenza. Quarta dose per tutti a ottobre: i dati dimostrano che la terza dose dopo quattro mesi comincia a perdere di efficacia”.
Intervista a Dott. Massimo Andreoni
Primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma.
A cura di Ida Artiaco
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Anche se oggi termina ufficialmente lo stato di emergenza Covid, la pandemia non è finita. Anzi, bisognerà avere pazienza per i prossimi due mesi e cominciare la somministrazione della quarta dose di vaccino per i soggetti più fragili, in attesa dell'autunno, quando sarà necessaria anche per il resto della popolazione. Ne è convinto Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma, che a Fanpage.it ha fatto il punto della situazione epidemiologica in Italia, dove nelle ultime settimane si è assistito ad un aumento dei contagi, alla vigilia dell'allentamento di alcune misure di protezione.

Dott. Massimo Andreoni.
Dott. Massimo Andreoni.

Dott. Andreoni, quale è la situazione epidemiologica al momento?

"Non è favorevole, nel senso che stiamo vedendo un trend in controtendenza. Quell'arresto nella discesa dei casi che avevamo visto il mese scorso non è stato confermato e negli ultimissimi giorni c'è stato addirittura un incremento sia nella numerosità dei casi che delle ospedalizzazioni e delle terapie intensive, oltre che di morti, che restano sempre alti. Certamente, questi numeri non devono di per sé preoccupare in maniera particolarmente rilevante, ma sicuramente lanciano un campanello d'allarme. Da tenere presente è anche il calo della protezione vaccinale, in coloro che hanno terminato il ciclo ormai da un tempo sufficientemente lungo. Una parte di quello che si sta osservando adesso potrebbe essere proprio legato a tutto questo. A ciò si aggiunga che sta circolando una variante ulteriore dell'Omicron, che ha una maggiore trasmissibilità e una discreta virulenza. Il messaggio lanciato con la fine dell'emergenza speriamo che non venga intenso in maniera sbagliata dalle persone, perché non vuol dire che non dobbiamo continuare a mantenere un comportamento attento in tutte le situazioni in cui ci può essere trasmissione del virus. Non possiamo stare tranquilli. Infine, più il virus circola più corriamo il rischio di nuove varianti, lo abbiamo visto con Omicron".

Molti dei nuovi casi sono reinfezioni. Cosa ci può dire al riguardo?

"Da sempre sappiamo che l'immunità, sia naturale che vaccinale, non preclude dal fatto che ci possano essere reinfezioni, lo abbiamo imparato fin dall'inizio dell'epidemia. Oggi vediamo soggetti che nonostante l'infezione e la vaccinazione si sono reinfettati. Con Omicron questo fenomeno che già conoscevamo si sta espandendo ancora di più. I dati dicono che è superiore al 3% la percentuale di soggetti che si è reinfettato nell'ambito delle nuove segnalazioni. Forse è anche un numero sottostimato. Ciò sta ad indicare che questa variante si è sufficientemente modificata da non permettere una copertura immunitaria valida. Rappresenta quella che in gergo tecnico viene definita una immune escape, che riesce a fuggire all'immunità, ulteriore elemento di preoccupazione perché aumenta il numero dei nuovi casi. Io credo che dobbiamo cercare di resistere per un paio di mesi fino all'arrivo della bella stagione, che è l'elemento principale di mitigazione dell'epidemia".

Sarà dunque una Pasqua con un ulteriore aumento dei contagi?

"Temo di sì, perché non c'è nulla che possa mitigare questa circolazione. Non ci sono ulteriori misure restrittive e la stagione continua a essere fredda, riducendo la circolazione all'aria aperta delle persone, quindi temo che il mese di aprile sarà segnato ancora da un alto numero di contagi. Speriamo che non tendano a salire troppo anche i dati degli ospedali. Più andiamo avanti nel tempo, più avremo persone scoperte immunologicamente, quindi c'è anche questo pericolo".

Alla luce di quesa situazione crede sia necessaria la quarta dose di vaccino?

"Assolutamente sì. I dati stanno dimostrando chiaramente che la terza dose dopo quattro mesi comincia a perdere di efficacia quindi nei fragili la quarta deve essere indicata in modo perentorio già da adesso. Nel resto della popolazione, anche considerando che si va incontro all'estate, l'idea è che una quarta dose sarà indispensabile a settembre/ottobre, fatta comunque con un vaccino che si spera sarà attualizzato sulla variante Omicron. Se facessimo ora la quarta dose a tutti, è probabile che in autunno dovremmo prendere in considerazione la quinta dose visto che ci sarà inevitabilmente una circolazione del virus più cospicua".

Tra le misure che cambieranno da domani c'è quella del Super Green pass per accedere a ristoranti e luoghi di lavoro. Cosa ne pensa?

"Tutte queste scelte non hanno motivazioni epidemiologiche, che non andrebbero in quella direzione. La numerosità dei casi e dei ricoveri richiederebbero misure di controllo e non certamente misure più permissive. Alla base ci sono motivazioni politiche ed economiche, ma certamente sono rischiose".

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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