Amianto alla Olivetti: chiesta condanna a 6 anni per Carlo De Benedetti

L'accusa al processo per morti da esposizione ad amianto all'Olivetti ha chiesto la condanna a 6 anni e 8 mesi per Carlo De Benedetti, per omicidio colposo e lesioni. I pubblici ministeri hanno inoltre chiesto 3 anni e 6 mesi per Corrado Passera, 3 anni e 4 mesi per Camillo Olivetti, 6 anni e 4 mesi per Franco Debenedetti. Per quanto riguarda Roberto Colaninno, che era accusato di un solo caso di lesioni, è invece stata chiesta l'assoluzione. Le richieste di condanne hanno riguardato in totale 15 dei 18 imputati: oltre a Colaninno è stata chiesta l'assoluzione anche per Onofrio Bono, mentre la posizione di Maria Luisa Ravera, ex responsabile del servizio Ecologia e Ambiente dell'azienda, è stata stralciata per gravi motivi di salute dell'imputata.
Secondo l'accusa nella gloriosa azienda di Ivrea, sotto la guida dell'ingegner De Benedetti, la presenza di amianto nelle lavorazioni e negli ambienti venne colpevolmente ignorata malgrado fosse perfettamente nota ai dirigenti della società, e le bonifiche vennero rinviate, o addirittura omesse, "essenzialmente per motivi economici". Per risparmiare, secondo i pubblici ministeri, venne permesso che gli operai e impiegati continuassero a essere avvelenati ogni giorno dall'amianto. In particolare a Carlo De Benedetti i pm attribuiscono la diretta responsabilità di sette morti e di altri due casi di lavoratori ancora in vita ma destinati a soccombere a breve per mesotelioma pleurico, malattia di cui le perizie hanno dimostrato il legame diretto con l'esposizione all'amianto. Per quanto concerne altri quattro casi, dei quali le perizie hanno messo in dubbio le ragioni del decesso, i pm hanno chiesto l'assoluzione.
Dal canto suo Carlo Olivetti si è sempre rifiutato di rispondere alle domande dell'accusa parlando, nelle dichiarazioni pubbliche, di "complessità nell'organizzazione aziendale dell'Olivetti". Nella loro requisitoria i pm hanno sottolineato come nell'azienda i poteri dell'ad fossero amplissimi, e come non esistessero tracce di deleghe operative, almeno fino al 1993, rilasciate a dirigenti del gruppo perché si occupassero di sicurezza.