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Omicidio a Gemona

Alessandro Venier fatto a pezzi, la confessione della madre: “Lo strangolavamo e la bimba si è svegliata”

Il terribile racconto dell’omicidio di Alessandro Venier fatto dalla madre rea confessa insieme alla compagna dell’uomo, Mailyn Castro Monsalvo. “Non entrava nel bidone, ho capito che dovevo tagliargli le gambe, ho preso un coltello ma non avevo pensato alle ossa e ho utilizzato una sega”.
A cura di Antonio Palma
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Lo strangolavamo ma la bimba si è svegliata e mi sono allontanata per calmarla”, è la terribile confessione di Lorena Venier, rea confessa dell’omicidio del figlio Alessandro Venier, ucciso e fatto a pezzi dalla donna insieme alla compagna dell’uomo, Mailyn Castro Monsalvo, nella casa di famiglia a Gemona (Udine). Un brutale omicidio che la stessa compagna del 35enne ha confessato ai carabinieri al loro arrivo alla villetta, prima di chiudersi in un silenzio che mantiene tutt’ora in carcere.

Il racconto dell'omicidio: "Lo abbiamo strangolato con i lacci degli scarponi"

Stando al racconto della suocera, è stata proprio la più giovane a strangolare la vittima dopo che la madre dell’uomo lo aveva stordito con un farmaco. "Alessandro era supino e Mailyn ha puntato i piedi sulle sue spalle, ha messo i lacci degli scarponi intorno al collo e ha cominciato a tirare” ha raccontato Lorena Venier, rivelando un dettaglio agghiacciante. In quei momenti infatti la figlioletta piccola della coppia si è svegliata, forse per il trambusto.

“In quel momento, mi sono allontanata perché la bambina stava piangendo e mi sono recata da lei. Quando sono riuscita a tranquillizzarla sono tornata in soggiorno e Mailyn stava ancora stringendo i lacci intorno al collo e io l'ho aiutata. Alessandro in quel momento stava esalando gli ultimi respiri" ha ricostruito la donna, aggiungendo: “Abbiamo mollato i lacci, Alessandro ha continuato per qualche attimo a respirare ancora e poi non più. Erano circa le 21.30 quando è morto".

Era stata sempre lei, infermiera, a procurarsi il blister intero di sonnifero che hanno sciolto nella limonata dell’uomo e l’insulina che poi gli hanno iniettato con due punture all'addome. Stando al suo racconto sarebbe stata sempre lei a fare a pezzi il corpo del figlio con una sega da legna. Le due donne hanno messo la vittima in un bidone ma si sono accorte che il corpo non entrava.

La sega per fare a pezzi il corpo

"Mi è allora venuto in mente di dovergli tagliare le gambe. Ho preso un coltello da cucina" ma "non avevo pensato alle ossa. Allora ho pensato di tagliare l'addome, ma c'era la spina dorsale” ha spiegato. A questo punto ha utilizzato una sega per la legna per smembrare il cadavere. "Questa opera l'ho posta in essere io da sola, rifiutando l'aiuto che mi offriva Mailyn". La calce, acquistata su Amazon, l'avrebbe poi messa Mailyn nella notte. "Abbiamo completato tutto verso l'una di notte del 26 luglio" ha raccontato Lorena Venier.

Per ora resta in silenzio invece Mailyn Castro Monsalvo che però ai carabinieri avrebbe già confessato tutto nell’immediatezza della scoperta del cadavere. Il fatto emerge dai documenti relativi alle imputazioni delle due donne. Le parole della donna registrate con un cellulare dai militari in un audio di oltre 26 minuti, riversata poi su supporto informatico, so considerate dal Gip "pienamente utilizzabili” contro di lei.

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