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News sull'omicidio di Alice Scagni a Genova

Alberto Scagni, massacrato in carcere dai compagni, risvegliato dal coma: le condizioni di salute

Vittima di una brutale aggressione in carcere a novembre, l’uomo condannato per aver ucciso la sorella Alice a Genova si è risvegliato dal coma farmacologico e ha eseguito ordini semplici, ma non è ancora nelle condizioni di essere estubato.
A cura di Susanna Picone
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È stato risvegliato dal coma farmacologico Alberto Scagni, il quarantaduenne condannato a 24 anni e 6 mesi di reclusione per l'omicidio della sorella Alice a Genova e che il 22 novembre scorso era stato massacrato di botte nel carcere in cui è detenuto. Scagni è stato picchiato dai suoi compagni di cella nel carcere di Valle Armea a Sanremo (Imperia), dalla notte del pestaggio è ricoverato in ospedale a Sanremo ed è stato già operato due volte al viso per una frattura multipla del naso e una alla laringe.

Oggi il primario di Rianimazione di Asl 1 ha reso noto che è stata aperta una "finestra neurologica" che consiste nella momentanea interruzione della sedazione in infusione continua, in modo tale da poter valutare lo stato neurologico e "successivamente passare a un eventuale svezzamento dalla ventilazione meccanica".

L’assassino di Alice Scagni si è quindi risvegliato dal coma e ha eseguito ordini semplici, ma non sarebbe ancora nelle condizioni di essere estubato. Oggi, secondo quanto è stato comunicato, è stato anche sottoposto a un ecografia dell'addome, che è risultata nella norma.

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Il pestaggio di Alberto Scagni "è durato tre ore" in una cella che sembra quella della "scena di una sommossa in 15 metri quadrati", aveva denunciato nei giorni scorsi Antonella Zarri, la mamma di Alberto e Alice, in un post condiviso da Ilaria Cucchi. La madre di Scagni si è presentata nel carcere Valle Armea di Sanremo, dove il figlio è stato pestato, e ha raccontato che "la cella" era "un macello", con macchie di sangue ovunque.

Alberto Scagni era già stato picchiato nel carcere di Genova, prima del pestaggio a Sanremo. "Il massacro di nostro figlio sembra quasi un delitto su commissione, o comunque consentito e tollerato dal sistema carcerario", le dure parole usate dai genitori di Alberto Scagni in una intervista successiva all’ultima aggressione.

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