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Aifa: “Altri casi come Stamina, colpa della deregulation dei farmaci”

Il direttore dell’Agenzia del Farmaco denuncia altri casi non controllati come Stamina.
A cura di A. P.
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“In questo momento ci sono altri tre casi simil-Stamina in Italia, e alcuni sono gravissimi”, a denunciare il fatto è il direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco, Luca Pani, in audizione alla commissione sanità del Consiglio regionale della Lombardia. "Due ispezioni sono state fatte e una la faremo nei prossimi giorni" ha spiegato Pani, denunciando che sempre più casi simili si stanno diffondendo a macchia di leopardo nel nostro Paese soprattutto dopo la deregulation sui farmaci. Sotto la lente degli ispettori dell'Aifa e dei Nas dei carabinieri non ci sarebbe ovviamente lo stesso metodo ideato da Vannoni, ma più in generale il modo di agire di cliniche e strutture sanitarie nell'offrire ai loro pazienti cure miracolose la cui efficacia non è mai stata accertata da esperimenti scientifici e test medici. A quanto si apprende uno dei centri finiti sotto inchiesta sarebbe la clinica Villa Floria, di Mignano Montelungo in provincia di Caserta, dove si offrirebbe cure particolari come i trattamenti di plasma arricchiti di piastrine (“la pappa piastrinica”) destinati soprattutto agli sportivi.

"Non c'entriamo nulla con Vannoni, siamo agli antipodi. Siano anti-Stamina e non vogliamo assolutamente essere confusi, ma nemmeno accostati" ha spiegato il direttore sanitario della struttura, Giovanni de Luca, aggiungendo: "Qui pratichiamo solo terapie, regolarmente autorizzate e diffuse in numerosissimi ospedali, con fattori di crescita: la cosiddetta ‘pappa piastrinica' che serve a stimolare nel paziente lo sviluppo di cellule staminali proprie, in modo da accelerare i processi di guarigione". Quello che preoccupa l'Aifa però è che la deregolamentazione delle staminali ha spinto molti italiani a rivolgersi anche all’estero o ad accedere a trattamenti non autorizzati a base di staminali lavorate all’estero. "Non bastano più le nostre competenze locali" sostiene il direttore dell’Aifa, ricordando che servono maggiori poteri e controlli per tenere sotto controllo la situazione.

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