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Omicidio Chiara Poggi: il delitto di Garlasco

A che punto sono le nuove indagini sul delitto di Garlasco: quali sono le prossime analisi e su quali reperti

La Procura di Pavia continua a indagare su Andrea Sempio, accusato dell’omicidio di Chiara Poggi in concorso con ignoti o con Alberto Stasi. Per mercoledì 10 settembre è fissato un nuovo appuntamento dell’incidente probatorio in Questura a Milano sui reperti trovati nella villetta di Garlasco. Ecco a che punto sono le indagini.
A cura di Giorgia Venturini
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Chiara Poggi
Chiara Poggi
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Dopo lo stop estivo si torna a fare analisi e accertamenti sul delitto di Garlasco. La Procura di Pavia continua le indagini su Andrea Sempio (accusato di omicidio in concorso con ignoti o con Alberto Stasi) e nei prossimi mesi deciderà se chiedere un rinvio a giudizio o se archiviare tutto per la terza volta, dopo il 2017 e il 2020. Ma c'è bisogno di altro tempo. Calendario alla mano, l'udienza davanti al giudice è fissata per il 24 ottobre: solo allora i periti incaricati dal gip illustreranno i risultati dell'incidente probatorio che si sta svolgendo in questi mesi sui reperti e sulle impronte trovate nella villetta di Garlasco subito dopo l'omicidio. Intanto si va avanti. Ma a che punto sono arrivate le indagini?

Garlasco, nuovo incidente probatorio: quali reperti saranno analizzati

Andiamo per ordine. Come spiegano a Fanpage.it, per mercoledì 10 settembre è fissato un nuovo appuntamento dell'incidente probatorio in Questura a Milano. I nuovi esami si concentreranno sulla ricerca di impronte sui reperti della spazzatura trovata nella villetta di Garlasco il giorno del delitto di Chiara Poggi. Dalla precedente ricerca di DNA su questi reperti erano emerse tracce di materiale genetico della vittima e dell'unico condannato per il delitto Alberto Stasi. Confermando così la versione del fidanzato che aveva dichiarato fin da subito di essere stato con la ragazza la sera prima del delitto.

Ora su questi reperti – come deciso in una udienza davanti al gip lo scorso luglio – si cercheranno anche possibili impronte sul contenitore di Estathé e del Fruttolo e sugli altri oggetti trovati nella spazzatura (mai analizzata prima di questo nuovo filone di indagine) e in casa dove Chiara Poggi stava facendo colazione prima di aprire al suo assassino.

Così entra in gioco anche il perito dattiloscopista Domenico Marchigiani. Toccherà a lui trovare la risposta a queste domande: questi nuovi accertamenti potranno svelare la presenza di impronte di altre persone su questi reperti? Se sì, potrebbero essere utile alle indagini? Sarà tutto da capire.

Cosa succederà con la “Traccia 33” trovata sulla parete di Casa Poggi

Certo è che non si procederà a svolgere un incidente probatorio sulla traccia 33, trovata sulla parete destra delle scale su cui è stato trovato il cadavere di Chiara e che recentemente la Procura aveva attribuito ad Andrea Sempio. Su questa specifica traccia avevano chiesto l'incidente probatorio i legali della famiglia Poggi ma non c'è stato il via libera della Procura facendo nascere così il sospetto che non sia più al centro delle indagini.

Intanto l'avvocato dei genitori di Chiara Poggi, il legale Gian Luigi Tizzoni, ha sempre ribadito: "Il Codice penale prevede che la procura debba fare delle indagini anche nell'interesse dell'indagato. La procura di Pavia le ha estese anche nell'interesse del condannato, ma non accoglie le richieste della persona offesa". Anche in questo caso quindi gli inquirenti sveleranno l'importanza o meno dell'impronta 33 nelle carte di chiusura indagini.

Le nuove indagini sulle unghie di Chiara Poggi: cosa succederà

L'attesa però è tutta sulle nuove valutazioni sulle unghie di Chiara Poggi. Le unghie erano state analizzate durante la perizia di Francesco De Stefano nel 2014. Ricordiamo fin da subito: l'analisi non potrà essere ripetuta ora a distanza di anni perché le unghie vennero consumate tutte durante la perizia. Allora durante l'esame non venne trovato un DNA completo, utilizzabile e utile per le indagini. Bensì solo frammenti di cromosoma Y.

Negli anni successivi, prima la difesa di Stasi e recentemente anche i consulenti della Procura, hanno attribuito quel materiale genetico ad Andrea Sempio. Da qui l'attuale indagine. Ora spetterà ai periti incaricati riprendere in mano i risultati della perizia e fare le loro considerazioni. Al momento però è tutto fermo perché i periti – come spiegano fonti di Fanpage.it – avrebbero chiesto dati a De Stefano e starebbero attendendo quindi una sua risposta. Dati che sarebbero fondamentali per procedere con gli ultimi accertamenti.

Intanto l'avvocato di Sempio, Massimo Lovati, in una trasmissione su Canale 5 questa mattina ha tenuto a precisare: "Sulle mani di chiara nn c'è DNA del mio assistito. La Procura può dire quello che vuole. La perizia del 2014 ha già detto che non si può ricavare un DNA".

Intanto è stata chiesta una proroga sui tempi dell'incidente probatorio: era iniziato lo scorso 17 giugno ma è impossibile terminare entro i 90 giorni.

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