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La morte di Alex Marangon

A che punto sono le indagini sulla morte di Alex Marangon: nel fascicolo anche le 5 denunce fatte dai genitori

Le indagini sul decesso di Alex Marangon, avvenuto dopo un rito sciamanico nell’abbazia di Vidor nel giugno dello scorso anno, sono confluite in un fascicolo che ipotizza la morte in conseguenza di altro reato. Nello stesso dossier è finita anche la denuncia fatta dai familiari del 25enne per cessione di stupefacenti nei confronti di 5 persone. L’avvocato dei genitori a Fanpage.it: “C’è il segreto istruttorio su possibili indagati, continuiamo a lavorare per accertare le dinamiche dei fatti”.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Alex Marangon, 25 anni
Alex Marangon, 25 anni
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Le indagini sulla morte di Alex Marangon e la denuncia presentata dai familiari del 25enne morto tra il 29 e il 30 giugno 2024 a Vidor sono confluite in un unico fascicolo della Procura che ha come capo d'accusa "morte in conseguenza di altro reato". Oltre all'inchiesta sul decesso del giovane, avvenuto dopo un rituale sciamanico nell'abbazia di Santa Bona tra il 29 e il 30 giugno dell'anno scorso, è stato inserito nel fascicolo anche l'esposto presentato dai familiari di Marangon nei confronti degli organizzatori dell'incontro per il reato di cessione di sostanze stupefacenti.

Le cinque persone nell'esposto dei familiari di Marangon

Nel sangue del 25enne, infatti, sono state trovate tracce di ayahuasca e cocaina. Oggetto della denuncia dei genitori sono cinque persone, anche se attualmente il fascicolo d'inchiesta resta a carico di ignoti. Nel mirino ci sono Andrea Zuin e Tatiana Marchetto, organizzatori dell'evento, i curanderos Jhonni Benavides e Sebastian Castillo e Alexandra Diana Da Sacco, moglie del proprietario dell'abbazia, il conte Giulio Da Sacco.

Come ha sottolineato a Fanpage.it l'avvocato Stefano Tigani, che segue i familiari del giovane, non ci sono novità su un'eventuale iscrizione nel registro degli indagati. "Una svolta nel caso? Non direi – ha dichiarato in un'intervista telefonica -. Non abbiamo informazioni su eventuali indagati, esiste il segreto istruttorio. Non sappiamo come proseguono le indagini in questo momento".

Il nodo dell'esposto presentato dai familiari del 25enne è che il giovane sarebbe precipitato da circa 15 metri di altezza in stato di alterazione psichica dovuta alla miscela di sostanze. In particolare si fa riferimento all'ayahuasca, che contiene un potente allucinogeno naturale somministrato ad Alex durante il rito sciamanico. La presunta introduzione dello stupefacente all'evento rappresenta un reato e la somministrazione della droga con il conseguente decesso le cui dinamiche sono ancora da chiarire, è il motivo per cui si ipotizza la morte in conseguenza di un altro reato.

La relazione sulle lesioni riscontrate sul corpo di Marangon

Altra domanda irrisolta da depennare dalla lunga lista di quesiti ancora insoluti, riguarda le lesioni riscontrate durante l'autopsia sul corpo di Marangon. Tigani ha chiesto al medico legale Antonello Cirnelli, che ha partecipato agli esami autoptici, di stilare una relazione dettagliata sulle ferite sulla salma di Alex. "Lo scopo è quello di fornire la nostra spiegazione a quei segni – ha ricordato l'avvocato a Fanpage.it -. Parliamo di diverse lesioni sul volto e sul costato".

Secondo la famiglia di Marangon, le ferite non sarebbero attribuibili alla sola caduta dall'alto, ma vi sarebbe stata un'aggressione. "Non vogliamo sbilanciarci, puntiamo prima di tutto a chiarire la natura delle lesioni e a evidenziare cosa non torna" ha continuato Tigani. "Allo stato dei fatti continuiamo a lavorare in questa direzione, un passo alla volta" ha concluso.

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