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Arrestato Nicoli Cristiani: il vice presidente del Consiglio regionale lombardo è accusato di corruzione e traffico illecito di rifiuti

Bufera sul Pirellone. A Nicoli Cristiani si contesta una presunta tangente di 100mila euro per ammorbidire i controlli su alcuni siti in cui venivano smaltiti rifiuti speciali.
A cura di Alfonso Biondi
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Bufera sul Pirellone. A Cristiani si contesta una presunta tangente di 100mila euro per ammorbidire i controlli su alcuni siti in cui venivano smaltiti rifiuti speciali.

Corruzione e traffico illecito di rifiuti. Sono queste le pesanti accuse che hanno portato all'arresto di Nicoli Cristiani, vice Presidente del Consiglio regionale della Lombardia ed esponente di rilievo del Popolo della Libertà. Nicoli Cristiani è stato prelevato questa mattina all'alba dalla sua abitazione di Mompiano (in provincia di Brescia) per poi essere condotto nella caserma del comando dei carabinieri in Piazza Tebaldo Brusato. A firmare il mandato d'arresto era stato il giudice per le indagini preliminari di Brescia Bonamartini, l'indagine è invece stata curata dai pubblici ministeri  Silvia Bonardi e Carla Canaia. Punto fondamentale dell'inchiesta è una presunta tangente da 100mila euro che il politico avrebbe incassato per ammorbidire i controlli su siti in cui venivano smaltiti dei rifiuti speciali. Il suo presunto benestare avrebbe quindi consentito lo smaltimento di tali rifiuti in piena tranquillità.

Nell'operazione, portata a termine anche grazie all'aiuto dei Ris, sono finiti in manette altre 9 persone tra funzionari pubblici, politici e imprenditori; tra questi anche il coordinatore degli staff dell'Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente) della Lombardia. I militari hanno anche posto sotto sequestro due cantieri della Brebemi a Cassano d'Adda e a Fara Olivana Con Sola, un impianto adibito al trattamento dei rifiuti a Calcinate e la cava di Cappella Cantone destinata a discarica di amianto.

Il leghista Davide Boni, Presidente del Consiglio regionale della Lombardia, ha detto di essere rimasto "profondamente colpito dalla notizia della custodia cautelare", ma ha anche espresso "piena fiducia nell'operato della magistratura". Boni ha affermato poi di confidare "nel fatto che il vicepresidente Nicoli sappia dimostrare l'estraneità ai fatti contestati". L'inchiesta della Procura di Brescia potrebbe, però, non fermarsi qui e, già nei prossimi giorni, non è escluso che venga fuori qualche altro arresto eccellente.

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