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Arrestati gli israeliani che avevano bruciato vivo un bambino palestinese di 18 mesi

Arrestati i responsabili della morte del piccolo Ali, bruciato vivo nella sua abitazione.
A cura di Redazione
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Una vasta operazione di Polizia in Cisgiordania ha portato all'arresto dei responsabili della morte del bambino palestinese bruciato vivo nella sua abitazione. A darne l'annuncio una nota della polizia. Gli arresti sono scattati anche a seguito della forte volontà politica da parte del primo ministro Netanyahu di stringere il cerchio intorno ai responsabili. Le forze dell'ordine israeliane hanno diramato una nota nella quale si legge che "L'unità di polizia specializzata ha condotto ricerche e arrestato diversi sospetti nelle colonie nell'ambito delle indagini sui fatti di Duma". Per ora i fermi avrebbero coinvolto 9 persone tutte di nazionalità israeliana.

Un'operazione nata in seguito all'uccisione del piccolo Ali, di 18 mesi ucciso insieme a suo padre Saad. Mentre la madre e il fratello Riham Ahmed, di 4 anni, rimangono ricoverati in ospedale in gravissime condizioni con ustioni lungo tutto il corpo. Madre e figlio sono salvi solo grazie al gesto eroico del padre che si è lanciato tra le fiamme per salvare la propria famiglia. Il fumo non gli ha permesso di trovare il piccolo Alì e salvarlo. Le fiamme hanno ustionato completamente il corpo di Saad che è morto in ospedale dopo 7 giorni di agonia.

L'attentato aveva avuto luogo nella notte tra il 30 e il 31 luglio scorso, quando un manipolo di ebrei aveva dato fuoco all'abitazione vicino a Nablus, nel  villaggio palestinese di Kfar Duma in Cisgiordania. L'incendio era stato appiccato grazie al lancio di bottiglie molotv all'interno dell'abitazione. Sui muri della casa il commando aveva impresso scritte recanti le parole "Vendetta" e "Lunga vita al Messia".

. Tra gli altri era presente anche il premier palestinese Rami Hamdalla. La morte di un bambino di 18 mesi ha scosso l'opinione pubblica palestinese e in varie zone della Cisgiordania e della Striscia di Gaza ci sono state manifestazioni che sono degenerate in scontri con la polizia israeliana. La mano ferma di Netanyahu nasce anche dall'intento di evitare un'escalation di violenza che potrebbe degenerare in una terza Intifada.

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