Armstrong confessa in tv: “Senza barare non avrei mai vinto” (VIDEO)

Senza barare, alterando le proprie prestazioni fisiche, non avrebbe mai vinto i 7 Tour de France tra il 1999 e il 2005. La confessione di Armstrong va in onda nel talk show di Oprah Winfrey, toglie ogni dubbio – ammesso che ci fosse ancora qualcuno pronto a credere nella sua innocenza – e sparge disincanto come sale sulla pelle di tifosi e appassionati del ciclismo. Lance è un fiume in piena, dall'anima sgorga tutto: pentimento, rimpianti, rimorsi, contrizione, paura e consapevolezza di trovarsi di fronte a una battaglia legale lunga e durissima. Troppo tardi, per tutto. "E' stata tutta una grossa bugia. Mi sono dopato per vincere i 7 Tour. Altrimenti, sarebbe stato impossibile. Ora chiedo scusa e pago il prezzo".
Per anni ha negato ogni accusa. Oggi vuota il sacco.
E' stata una grande bugia ripetuta tante volte. Non ho inventato io quella cultura, ma non ho provato a fermarla. E di questo devo scusarmi, è qualcosa per cui lo sport ora sta pagando un prezzo. Mi dispiace, ma avevo accesso a quello che era disponibile per tutti.
L'agenzia antidoping statunitense (Usada) lo ha radiato per averlo giudicato il cardine del più complesso sistema antidoping mai visto.
No. Era professionale, senz'altro scaltro ma anche molto prudente. Ma non è vero che fosse un programma più ampio rispetto a quello della Germania Est degli Anni '70 o '80: non è vero. Io ero il leader del team ma non il general manager o il direttore sportivo. Il leader dà l'esempio, ma non c'è mai stata un'imposizione dall'alto. Eravamo tutti adulti e ognuno ha fatto la propria scelta. Qualcuno ha deciso di non farlo.
Parole d'ordine, linguaggi cifrati, gerarchia del potere decisionale. Così si muovevano gli ingranaggi della macchina.
C'erano situazioni gestite come se fosse un'organizzazione mafiosa. C'erano parole d'ordine per alcune cose, avevamo telefoni riservati e codici segreti. Usavamo parole come Poe o Edgar Allan Poe per l'Epo. Ero quasi giustificato a prendere il testosterone perché, visto che avevo avuto il cancro ai testicoli, il livello doveva essere basso.
Tutto programmato in vista delle competizioni con la consapevolezza che i controlli si sarebbero svolti solo in gara.
A quei tempi, non venivano a casa tua. Non sono mai risultato positivo, ma alcuni campioni sono stati ricontrollati e tecnicamente non li ho superati. Era come gonfiare le gomme, come mettere l'acqua nelle borracce.
Nel 2009 e nel 2010, però, era pulito.
Non mi sono mai dopato dopo il mio ritorno, ho superato il limite per l'ultima volta nel 2005. Mi pento di essere tornato nel 2009? Se non fossi rientrato, ora non saremmo qui.
Armstrong ha dato battaglia all'Usada quando ha saputo che il suo caso, un anno fa, sarebbe stato riaperto.
Non combatterei, ascolterei. Loro sono venuti da me dicendo: Che vuoi fare?. Se tornassi indietro, direi: Datemi 3 giorni, fatemi chiamare la mia famiglia e un po' di gente. Fatemi chiamare i miei sponsor e la mia fondazione per dire cosa sto per fare. Ma non si può.