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Alitalia, Montezemolo lascia la presidenza. Il nuovo piano prevede 2mila esuberi

L’ex presidente della Ferrari dirà addio al suo incarico dopo l’approvazione del nuovo piano industriale. Domani la riunione del Consiglio di amministrazione: previsto l’okay al nuovo discusso piano industriale.
A cura di Biagio Chiariello
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Luca Cordero di Montezemolo non sarà più il presidente di Alitalia. L’imprenditore lascerà dopo l’approvazione del nuovo piano industriale. Rimarrà comunque nel consiglio di amministrazione della società. Il cambio della guardia non avverrà nell’immediato, sicuramente non nel corso del cda di domani , in cui è attesa l'approvazione del piano industriale, come riferiscono all'Adnkronos fonti vicine al dossier. Per le dimissioni ufficiali sono infatti necessari una serie di passaggi formali e la convocazione di un nuovo consiglio di amministrazione.

Montezemolo non lascerà subito

Montezemolo aveva manifestato l’intenzione di abbandonare la carica di presidente senza poteri esecutivi della compagnia di bandiera ormai da mesi, sin da novembre dello scorso anno, ma i soci della compagnia gli avrebbero chiesto di rimanere fino all’approvazione del piano per il suo ruolo di collegamento con Abu Dhabi. Il post-Montezemolo dovrebbe prevedere un tandem composto da un presidente esecutivo con deleghe pesanti, Luigi Gubitosi, e l'amministratore delegato Cramer Ball, che Etihad vuole riconfermare.

Domani Cda, via libera nuovo piano di Alitalia

Al momento, comunque, c’è più attesa per il cda di domani, nel quale, come detto, è atteso il via libera al nuovo piano industriale di Alitalia. Il cda che si è riunito giovedì scorso a Milano ha definito "serio e realistico" il business plan voluto dall'amministratore delegato Cramer Ball e passato al vaglio dell'advisor indipendente Roland Berger. Indubbiamente, il punto più spinoso è quello relativo agli esuberi dove si parla di circa 2000 unità. E i sindacati sono già in allarme: "Rivediamo gli stessi problemi e presagiamo il fallimento degli stessi obiettivi, ogni volta riproposti", avverte il segretario generale della Filt-Cgil Alessandro Rocchi. "La terza crisi in otto anni si cala su una condizione del lavoro fortemente stressata dalle due precedenti ristrutturazioni, i cui sacrifici, sopportati dal lavoro, sono stati vanificati da management inefficaci nei risultati".

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