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Alessandro Sallusti, il giudice conferma gli arresti domiciliari ma lui li rifiuta

Il giudice di sorveglianza ha accolto la richiesta della Procura di Milano confermando gli arresti domiciliari per l’ex direttore condannato per diffamazione, ma lui li rifiuta: “I magistrati devono assumersi la responsabilità della loro scelta e togliermi la libertà”.
A cura di Antonio Palma
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Alessando Sallusti, il giudice conferma gli arresti domiciliari

Il giudice di sorveglianza del Tribunale di Milano, Guido Brambilla, ha accolto l'istanza della Procura del capoluogo lombardo accettando la richiesta degli arresti domiciliari per Alessando Sallusti. L'ex direttore condannato per diffamazione del giudice Cocilovo per un articolo pubblicato nel 2007 su Libero, potrà quindi scontare i quattordici mesi di pena inflittagli dal tribunale nella sua abitazione. Il provvedimento depositato questa mattina dal giudice prevede gli arresti domiciliari semplici, quindi per Sallusti l'obbligo di non abbandonare il suo domicilio neanche per recarsi al lavoro. Il giudice di sorveglianza non è entrato nel merito della decisione della Procura ma si è limitato a confermare che esistono tutti i requisiti per applicare la cosiddetta legge svuota carceri al caso in questione. Per il momento infatti non sono state previste deroghe particolari né la possibilità di incontrare estranei, anche se su richiesta dello stesso Sallusti e dei suoi legali il giudice potrà decidere successivamente eventuali eccezioni. In realtà, secondo quanto confermato più volte dallo stesso Sallusti, il direttore non ha nessuna intenzione di sollecitare deroghe chiedendo invece un trattamento uguale rispetto agli altri condannati.

Sallusti rifiuta i domiciliari – "Voglio andare in carcere, non ho intenzione di andare agli arresti domiciliari" ha subito replicato il diretto interessato in conferenza stampa nella sede del Giornale in via Negri a Milano dopo aver appreso la notizia. "Rifiuto gli arresti domiciliari perché ci sono seimila detenuti che sono nelle mie stesse condizioni ma vengono trattati in modo diverso, io non sono nella casta" ha proseguito il direttore sfidando poi il procuratore capo di Milano: "Chiedo a Bruti Liberati di non mettermi nelle condizioni di commettere un reato perché se il mio rifiuto dei domiciliari implica l'evasione significa che la responsabilità morale è di Bruti Liberati". "Io non vado da nessuna parte, sto qui a lavorare, se mi portano a casa io esco e torno qui al mio giornale sono loro che devono tirare fuori le palle e mandarmi in carcere assumendosi la responsabilità di quello che hanno deciso" ha insistito Sallusti ricordando che il suo "è un problema di principio perché nessun giornalista può essere sbattuto in carcere".

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