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Addio a Rossella Cionini: gravemente malata, 250 colleghi le donarono le ferie per curarsi

Dopo aver terminato i giorni di ferie necessari per curarsi Rossella Cionini, autista di autobus della società CTT Nord, aveva ottenuto dai colleghi un “dono” di un giorno di ferie a testa.
A cura di D. F.
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Rossella Cionini è morta. Una malattia ha avuto la meglio su questa donna che gli italiani avevano avuto modo di conoscere nel 2014, quando più di 250 colleghi della Ctt Nord, l'azienda di trasporto pubblico delle province di Livorno, Pisa e Lucca, avevano deciso di donarle un giorno di ferie ciascuno perché lei aveva esaurito le sue e necessitava di altri giorni liberi per curarsi. "Per me sono stati degli angeli custodi, sapevo che si stavano muovendo ma quando ho ricevuto la telefonata di una collega che mi informava del gesto ho cominciato a piangere", raccontò in quel periodo, dopo essere tornata in servizio alla guida dei "suoi" bus. Madre di due bimbi, Rossella ha lottato fino all'ultimo, ma non è riuscita ad avere la meglio sull'ultima ricaduta.

La storia di Rossella ha assunto un grande valore, anche politico: la decisione dei suoi colleghi di lavoro venne assunta "copiando" quanto avvenuto in Francia, dove i colleghi di un lavoratore – Christophe Germain – gli avevano consentito di usufruire delle loro ferie perché potesse assistere Mathys, il figlio di dieci anni malato di tumore. Un caso dal quale è poi nata, in Francia, la legge Mathys, ispirata proprio alla vicenda del piccolo. La vicenda di Rossella Cionini rappresentò uno spunto affinché, anche in Italia, si scrivesse un disegno di legge simile: "Se deve portare il nome di qualcuno, come avviene spesso in Italia per le leggi, vorrei che fosse conosciuta come la legge degli Angeli", aveva dichiarato al Tirreno la donna in un'intervista. "La mia è solo una delle tante storie che si sono avvicendate all'interno della nostra azienda. Altre persone, prima di me, hanno potuto usufruire di queste donazioni, arrivate da colleghi: io sarò la ventesima, forse anche di più. Io, alla fine ci ho messo la mia brutta storia di salute. E quella storia è diventata pubblica nel momento in cui si discuteva della legge sul lavoro e ha incontrato la sensibilità di politici che ne hanno voluto fare un tema nazionale".

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