Strage dell’acqua a Gaza, colpiti e uccisi bimbi in coda per bere, Idf: “Errore tecnico”

“Errore tecnico”, così l’esercito israeliano ha giustificato il sanguinoso raid su un centro di distribuzione dell’acqua nei pressi del campo profughi di Nuseirat, a Gaza facendo una strage tra chi era in coda per bere: almeno 10 morti tra cui 6 bambini. Secondo fonti locali, le persone si erano messe in coda per prendere l'acqua potabile al sito di distribuzione idrica nella zona centrale di Gaza quando sono state colpite da un missile che ha ferito anche altre 17 persone.
L’Idf ha ammesso di aver colpito la popolazione civile parlando di un errore durante un attacco a Nuseirat che era diretto a un combattente palestinese. Nel dettaglio, l’esercito israeliano ha spiegato che, a causa di un malfunzionamento, il missile sparato da un drone ha colpito una zona lontana dall’obiettivo che era un membro della Jihad Islamica.
"È stato effettuato un attacco contro un terrorista operativo della Jihad Islamica nella Striscia di Gaza centrale. A causa di un malfunzionamento tecnico del proiettile, questo ha colpito a decine di metri di distanza dall'obiettivo designato", afferma l'Idf, aggiungendo che "L'incidente è sotto inchiesta". Il missile ha raggiunto la zona affollata di persone in fila per riempire le taniche di acqua ed è stata una strage.
L’incidente è solo l'ultimo di una serie di uccisioni di massa provocate dai raid israeliani a Gaza e che, secondo fonti locali, hanno causato 58mila morti dall'inizio della guerra. Secondo il Ministero della Salute palestinese, un altro attacco israeliano al mercato di Gaza City domenica ha causato la morte di almeno 17 persone, tra cui il famoso medico Ahmed Qandil.
Nella giornata di oggi lunedì 14 luglio, invece, almeno altre 28 persone sono state uccise nella Striscia di Gaza, tra cui palestinesi radunati vicino a un centro di soccorso. L'esercito israeliano afferma che i suoi aerei da guerra hanno preso di mira Gaza più di 100 persone nelle ultime 24 ore.
Le speranze di un cessate il fuoco, accese dal pressing di Donald Trump su Benyamin Netanyahu che handetto di sperare che la questione "si risolva nel corso della prossima settimana", sembrano però assottigliarsi. "È nostra intenzione, dopo la tregua, trasferire la popolazione della Striscia verso sud e imporre un assedio al nord di Gaza", avrebbe detto infatti Netanyahu.
Hamas e la Jihad islamica palestinese però hanno ribadito che qualsiasi negoziato indiretto con Israele deve concludersi con la fine completa della guerra a Gaza e con un ritiro totale israeliano. L’ipotesi di costruire una "città umanitaria" a Rafah, è criticata però anche in Israele dove l'ex primo ministro israeliano Ehud Olmert ha parlato di un "campo di concentramento".