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Il governo taglia il Bonus ristrutturazione al 30%, quando scenderà e chi lo può usare

A partire dal 2028, il bonus ristrutturazione scenderà al 30%. Oggi la misura vale il 50% delle spese, fino a un massimo di 96mila euro. Ecco cosa cambia con il nuovo decreto Superbonus, chi può utilizzare il bonus ristrutturazione, quali lavori rientrano e come cambieranno le regole nei prossimi anni.
A cura di Luca Pons
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Il bonus ristrutturazione, una misura che esiste da decenni e che negli ultimi anni era stata potenziata, dal 2028 al 2033 sarà tagliato. Il governo Meloni infatti, con l'ultimo decreto Superbonus già approvato al Senato, ha previsto tra le altre cose anche un taglio dell'agevolazione, che attualmente – e fino alla fine del 2024 – vale il 50% delle spese sostenute per effettuare delle ristrutturazioni in casa. Si applica a lavori come la sostituzione di caldaie e infissi, ma anche l'installazione di ascensori, o altri lavori di manutenzione straordinaria, demolizione o restauro. Dall'anno prossimo il bonus dovrebbe scendere al 36% su un massimo di 48mila euro di spesa, e sembra improbabile che il governo scelga di prolungare l'aumento al 50% come avvenuto in passato.

Come funziona il bonus ristrutturazione e di quanto è stato tagliato

Il bonus ristrutturazione è nato nel 1986, e prevedeva uno sconto del 36% su una spesa fino a 96 milioni di lire. Nel tempo ci sono stati diversi interventi sull'agevolazione, alzandola temporaneamente in alcuni periodi. Al momento, per le spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2024, il bonus vale il 50% della spesa fino a un tetto massimo di 96mila euro per ogni unità immobiliare. Lo sconto fiscale accumulato con questa agevolazione dovrà essere detratto in dieci anni dalla propria dichiarazione dei redditi.

Dall'anno prossimo è previsto che si ritorni all'importo originario – il 36% su una spesa massima di 48mila euro – e, visto l'approccio del governo Meloni, sembra che non ci sia l'intenzione di prorogare l'agevolazione aumentata. Il bonus, così, potrebbe restare l'unica misura in vigore per chi vuole fare lavori in casa, oltre al Superbonus, dato che andranno in scadenza anche Sismabonus ed Ecobonus. Infine, dal 2028 al 2033 l'importo scenderà ancora al 30%, per decisione dell'esecutivo.

Quali lavori rientrano nel bonus ristrutturazione e chi può usufruirne

Possono usare il bonus ristrutturazione sia i proprietari degli immobili che coloro che hanno i diritti reali di godimento sugli immobili (chi è in affitto, in usufrutto, i soci di cooperative, gli imprenditori e le società, i condomini). Possono intestarsi le spese anche i familiari conviventi.

I lavori che rientrano nel bonus sono piuttosto ampi. Infatti, lo sconto fiscale si può applicare alle opere di manutenzione straordinaria, ma anche di risanamento conservatori, di restauro, di demolizione, e naturalmente di ristrutturazione. Dentro queste categorie ricadono anche gli interventi sugli edifici da ripristinare dopo le calamità naturali. Il bonus si applica ai cantieri per installare ascensori o montacarichi, agli interventi per eliminare le carriere architettoniche e ai lavori che portano un risparmio energetico (gli stessi a cui fa riferimento il Superbonus, quindi sostituzione di caldaia, infissi, impianti fotovoltaici e altro ancora).

Cosa cambia con il decreto Superbonus

Il governo Meloni ha deciso con il decreto Superbonus che nel periodo dal 2028 al 2033 il bonus ristrutturazione varrà solo il 30%, e non più il 36%, sempre con un tetto di spesa massimo di 48mila euro per ogni unità immobiliare. Questo renderà l'incentivo ancora meno conveniente, proprio nel periodo in cui – almeno stando alle regole attuali – dovrebbero entrare nel vivo i lavori per adeguarsi ai paletti fissati dalla direttiva Case Green. Infatti, la norma europea prevede che entro il 2030 il patrimonio immobiliare italiano riduca in parte i suoi consumi di energia.

Il governo Meloni non ha ancora formulato il suo piano per raggiungere questo obiettivo, ma almeno una parte del risparmio energetico dovrebbe arrivare dai lavori di ristrutturazione sugli edifici più inquinanti. Resta da vedere se l'esecutivo abbia intenzione di lanciare nuove misure e sconti, nei prossimi anni, per agevolare chi potrebbe ritrovarsi con dei lavori da fare.

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