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Cosa sono i Btp Green a emissione sindacata, a chi conviene comprare i nuovi titoli di Stato e come

I Btp Green sono titoli di Stato che permetteranno di ricevere cedole semestrali fino al 30 ottobre 2037. Saranno emessi sul mercato nel prossimo futuro, a emissione sindacata. La loro particolarità è che i soldi raccolti vengono usati dal governo per la transizione ecologica. Ecco cosa sappiamo al momento.
A cura di Luca Pons
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Presto, il ministero dell'Economia lancerà un nuovo Btp Green, un titolo di Stato dedicato a finanziare le spese che hanno un impatto positivo sull'ambiente. Il titolo sarà a medio lungo termine, con scadenza al 30 ottobre 2037. Al momento non si conoscono ancora diversi dettagli – come il rendimento e la data di emissione – mentre è noto che sarà una emissione sindacata, cioè affidata ad alcune banche in particolare, che si incaricheranno di raccogliere gli ordini: Bnp Paribas, Crédit Agricole, Deutsche Bank, NatWest Markets e Unicredit.

Come funzionano i Btp Green

I Btp Green esistono dal 2021, e pochi mesi fa il governo aveva organizzato un altro lancio simile. Il meccanismo fondamentale è lo stesso di tutti i Btp, inclusi i noti Btp Valore: si tratta di un prestito fatto allo Stato, che si impegna a ripagare gli interessi (i cosiddetti tassi di rendimento, che per ora non si conoscono) con cedole semestrali, e poi a rimborsare la somma iniziale alla scadenza.

In questo caso, quindi, chi decide di investire acquistando BtP Green avrà in cambio il pagamento degli interessi ogni sei mesi e infine la restituzione della somma intera, dopo il 30 ottobre 2037. La data per il lancio non è ancora stata definita: arriverà "nel prossimo futuro", sulla base delle "condizioni di mercato", ha detto il ministero.

Per cosa vengono usati i soldi raccolti

I Btp Green, come suggerisce il nome, vengono usati per finanziare spese legate alla transizione ecologica, che abbiano un impatto ambientale positivo. Il ministero ha già chiarito quali saranno gli ambiti su cui andranno a finire i soldi: circa la metà andrà alle spese per "efficienza energetica" (qui rientrano anche i finanziamenti per i bonus edilizi), circa un terzo sarà dedicato al settore dei trasporti (interventi sul sistema ferroviario, bonus trasporti…).

Poi, il 7,5/8,5% andrà alla prevenzione e il controllo dell'inquinamento e all'economia circolare, un altro 6,5/8,5% alla diversità biologica, un 4/5% alla ricerca e il resto (l'1% circa) alle fonti energetiche rinnovabili. Gli ambiti specifici sono dettagliati in un documento del ministero dell'Economia, che solo pochi mesi fa ha anche diffuso un rendiconto dettagliato sull'utilizzo dei fondi raccolti con i Btp Green nel 2023, confermando che il grosso della spesa è andato verso i bonus edilizi e gli interventi ferroviari.

Quanto sarà il rendimento

Come detto, non si sa ancora quale sarà il rendimento dei Btp Green. È noto solo che sarà un importo fisso e uguale nel tempo. Non sarà nemmeno crescente con l'andare degli anni, come avvenuto invece nel caso del Btp Valore. Per decidere se sia conveniente acquistarli bisogna quindi tenere in conto che i pagamenti saranno relativamente sicuri, che arriveranno per un periodo piuttosto lungo – fino al 2037 – ma allo stesso tempo avranno con tutta probabilità un importo piuttosto basso. Come per tutti i titoli, chi volesse potrà vendere i propri Btp Green anche prima della scadenza: basterà metterli in vendita sul mercato secondario.

Come acquistarli

A differenza dei Btp Valore, i Btp Green non sono destinati solo al mercato retail, cioè ai piccoli risparmiatori. In questo caso, alla vendita potranno partecipare i cosiddetti "investitori istituzionali" (come le assicurazioni o i fondi pensione, ad esempio). I singoli risparmiatori potranno acquistarli sia sul Mot (Mercato telematico delle obbligazioni e dei titoli di Stato), sia su altre piattaforme che consentono la compravendita di titoli. Sul Mot, l'acquisto minimo consentito sarà di mille euro. Proprio come per i Btp Valore e gli altri titoli di Stato, i guadagni avranno una tassazione ridotta del 12,5% (decisamente più bassa rispetto al 26% che si paga sui guadagni con altri titoli, come le azioni).

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