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Usa, stop all’iniziativa di 8 condanne a morte in 10 giorni: tribunali rinviano esecuzioni

Il giudice federale in Arkansas rinvia sei condanne, una settima è stata bloccata per infermità mentale del detenuto. Naufraga il tentativo del governatore repubblicano di accelerare sulle pene capitali.
A cura di Redazione
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Il proposito di Asa Hutchinson, governatore dell'Arkansas, era quello di uccidere otto condannati a morte in dieci giorni, stabilendo un macabro record omicida che avrebbe visto lo stato americano eseguire il maggior numero di pene capitali in un lasso di tempo tanto ridotto. Il motivo che ha spinto Hutchinson ad una simile accelerazione era l'approssimarsi della data di scadenza del midazolam, uno dei farmaci necessari all'iniezione letale. Le intenzioni del governatore repubblicano si sono scontrate con le associazioni anti-pena capitale e Big Pharma, che ha fatto ricorso contro l'amministrazione dello stato americano per fermare la macabra maratona di morte. Si è giunti così ad una prima sospensione il 6 aprile, quando l'esecuzione della condanna a morte di uno dei detenuti è slittata di almeno un mese. Sono di oggi, invece, altri sei rinvii deliberati dal giudice federale, mentre la settima esecuzione è stata bloccata dalla Corte Suprema per infermità mentale del detenuto.

I detenuti sono stati condannati a morte per crimini compiuti tra il 1989 e il 1999. Riconosciuti colpevoli di omicidi e stupri su vittime soprattutto femminili, secondo Hutchinson garantire l'esecuzione della pena è un dovere per "le famiglie delle vittime che hanno sopportato per tanti anni e che meritano sia messa la parola fine". Contro l'iniziativa del governatore anche lo scrittore John Grisham, che attraverso un articolo su Usa Today ha dichiarato che "siamo di fronte a uno spettacolare deragliamento della legge".

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