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Turchia, Wikileaks pubblica 300mila mail del partito di governo, poi denuncia censura

Intanto continua la repressione e da piazza Taksim il presidente Recep Tayyip Erdogan ha annunciato “un’importante decisione” che verrà presa oggi al Consiglio di sicurezza riunito ad Ankara. La situazione preoccupa Amnesty International, che ha parlato di “violazioni dei diritti umani”.
A cura di Redazione
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Erdogan Supporters Gather In The Streets

Continua l'ondata di repressione dopo il tentato golpe dello scorso venerdì sera in Turchia. Diecimila agli arresti, cinquantamila persone cacciate dall’amministrazione pubblica: in tutto ci sono 60 mila persone coinvolte nelle epurazioni, accusate di essere al servizio dell’imam e magnate dei media Fethullah Gulen. E da piazza Taksim il presidente Recep Tayyip Erdogan ha annunciato "un'importante decisione" che verrà presa oggi al Consiglio di sicurezza riunito ad Ankara. La situazione preoccupa Amnesty International, che ha parlato di "violazioni dei diritti umani". "L'elevato numero di arresti e di rimozioni dall'incarico è allarmante – ha detto John Dalhuisen, direttore per l'Europa e l'Asia centrale – il tentativo di colpo di stato ha scatenato un impressionante livello di violenza. I responsabili di uccisioni illegali e di altre violazioni dei diritti umani devono essere portati di fronte alla giustizia, ma la repressione contro il dissenso e la minaccia di ripristinare la pena di morte sono un'altra cosa rispetto alla giustizia".

Il governo turco ha anche annynciato di aver inviato agli Stati Uniti il dossier con le prove contro Gülen, che il governo accusa di essere il vero regista del golpe fallito. Il primo ministro Binali Yildirim ha dichiarato che sono "quattro i dossier che abbiamo fatto avere all'amministrazione americana. Chiediamo l'estradizione di Gülen. Ha cominciato sin dagli anni Ottanta a infiltrare i gangli dell'esercito".

Wikileaks denuncia: "Attacco hacker, è censura"

Intanto Wikileaks ha pubblicato 294.548 mail inviate e ricevute da 762 indirizzi dei vertici dell’Akp, il partito che di cui Erdogan è sempre stato il leader, da lui fondato nel 2002. Le mail partono dal 2010 e arrivano fino al 6 luglio, esattamente nove giorni prima del tentato golpe. Si tratta di materiale che Wikileaks sostiene di aver ricevuto una settimana prima del fallito colpo di stato di venerdì sera, pubblicato in risposta alla repressione messa in atto in questi giorni: "Abbiamo verificato il materiale e la fonte che non sono collegati agli autori del colpo di Stato, né a un partito politico o a uno Stato rivale".

"Oggi, alle ore 23 (ora di Ankara),Wikileaks pubblica la prima parte delle email dell'AKP. L'AKP, o il Partito della Giustizia e dello Sviluppo, è il partito al governo in  Turchia ed è la forza politica dietro all presidente del paese, Recep Tayyip Erdogan. Questa prima parte include 762 caselle di posta dalla lettera ‘A' fino alla ‘I' e contiene 294,548 messaggi di posta elettronica insieme a molte migliaia di file allegati. Le e-mail provengono da "akparti.org.tr", il dominio primario dell'AKP. Il messaggio più recente è stato inviato il 6 luglio 2016. I più vecchi risalgono al 2010. Si segnala che le email associate al dominio vengono per lo più utilizzate per trattare argomenti esteri, in contrasto con le questioni interne più sensibili", scrive Wikileaks.

Il sito, però, ha denunciato di essere sotto attacco hacker: poche ore prima della pubblicazione dei documenti riguardanti la "struttura di potere politica in Turchia alla vigilia del tentato golpe", i server hanno subito un attacco informatico. Per Wikileaks, si tratterebbe di un tentativo di censura da parte di Ankara. "Non siamo sicuri della reale origine dell’attacco ma la tempistica suggerisce che sia da parte di fazioni del potere statale turco o suoi alleati", hanno detto. "Chiediamo ai cittadini turchi di sentirsi pronti ad aggirare la censura con programmi come TorBrowser e uTorrent".

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