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Svolta in Libia, il Congresso di Tripoli appoggia il premier Sarraj

Ufficiale l’appoggio al governo di unità nazionale. Sul sito del ministero della Giustizia del governo di Tripoli, si legge che la decisione è stata presa per “mettere fine allo spargimento di sangue e alla divisione del Paese”. Ma la minoranza annuncia battaglia: “E’ illegale”. E al Sharia avverte: “Il premier designato è il nuovo Karzai”.
A cura di Biagio Chiariello
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Passi avanti nel processo di stabilizzazione della Libia. Le autorità del ‘governo' islamista che controlla Tripoli dall'estate del 2014 hanno annunciato di aver ceduto i poteri all'esecutivo guidato dal premier designato Fayez al Sarraj e lo scioglimento dell'organismo, ora definito “Consiglio di Stato”.  Sono 70 i deputati che hanno dichiarato il proprio appoggio ad al Serraj, ma per coloro che non hanno partecipato si tratta di una decisione illegale. In disaccordo anche Ansar al Sharia, gruppo jihadista attivo nell'est della Libia, che ha definito il premier designato Fayez al Sarraj “il nuovo Karzai della Libia”, facendo un raffronto col presidente afghano, che i talebani hanno sempre considerato “un fantoccio al servizio dell'Occidente”.

"Vi informiamo che cessiamo di esercitare le nostre funzioni esecutive, presidenziali e ministeriali", ha annunciato il governo con sede a Tripoli. "Per scongiurare nuovi spargimenti di sangue e la suddivisione della nazione informiamo che stiamo cessando le attività (di governo assegnateci) come il potere legislativo, la presidenza, il Parlamento e (la gestione dei) ministeri" si legge in una dichiarazione apparsa sul sito web  del ‘National Salvation Government' guidato da Khalifa Ghwei, mai riconosciuto dalle autorità internazionali, a differenza di quello di Tobruk – ormai esautorato – ma che ancora non si è formalmente espresso. Nel testo si afferma che a questo punto il ‘governo' Ghweil "non si ritiene più responsabile di quanto potrà accadere in futuro".

Il nuovo premier libico Fayez al Sarraj e sette ministri del governo di unità nazionale, erano arrivati a Tripoli a bordo di una nave militare lo scorso 30 marzo, dopo aver cercato invano di arrivare nelle capitale via aerea tramite l'aeroporto di Mitiga, a seguito di alcune esplosioni nella zona attribuite alle milizie legate al governo non riconosciuto di Khalifa Ghweil.  Successivamente diverse ambasciate avevano annunciato la riapertura, a partire dalla Tunisia, fino alla Francia che vuole farlo “nel più breve tempo possibile”. “Sulla Libia c'è stato un passo in avanti vero, il governo Sarraj è un promettentissimo inizio ma ci andiamo con i piedi di piombo. Speriamo che lavorino nel mondo più inclusivo possibile”, ha detto il premier Matteo Renzi. In questi giorni Sarraj ha incassato anche il consenso delle municipalità delle principali città libiche dell’ovest, quello della compagnia di Stato per il petrolio (Noc) e della Banca centrale.

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