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Strage Istanbul, cinque sospetti fermati: kamikaze aveva chiesto asilo

Le autorità turche hanno annunciato di aver arrestato cinque persone in relazione all’attentato di martedì a Istanbul. Dagli accertamenti è emerso che l’attentatore suicida aveva chiesto asilo politico nel Paese.
A cura di Antonio Palma
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Nuovi fermi da parte delle autorità turche in relazione all'attentato di martedì a Istanbul dove hanno perso a vita dieci persone, in gran parte turisti tedeschi. Come annunciato dal premier Ahmet Davutoglu, all'indomani dell'attentato sucida nel centro della seconda città del Paese una persona è stata arrestata mentre altre quattro sono stare fermate con l'accusa di aver avuto un ruolo nella strage. Lo stesso Primo ministro ha spiegato che le indagini hanno confermato il coinvolgimento diretto dello Stato Islamico nella strage. Davutoglu però si è spinto oltre parlando di "attori segreti dietro l'attacco". In generale dopo l'attentato in tutto il Paese si è assistito ad una ondata di arresti. Complessivamente i fermi sono stati 65, ma a parte i cinque di cui ha parlato il Premier, gli altri non hanno legami diretti con la strage di Istanbul.

Le persone fermate, tra cui tre russi di cui si è avuto notizia questa mattina, infatti sono accusati di generici legami con i jihadisti siriani. Non a caso il maggior numero di fermi è avvenuto proprio vicino al confine con la Siria. Alcuni fermi però sono stati effettuati anche nella capitale Ankara dove secondo la polizia i terroristi stavano raccogliendo informazioni sugli edifici pubblici. Intanto emergono nuovi dettagli sull'attentatore suicida. Il suo nome era Nabil Fadli, nato in Arabia Saudita nel 1988, entrato in territorio turco di recente passando dalla Siria. In Turchia si era presentato in un ufficio per l'accoglienza dei profughi e aveva presentato domanda di asilo politico.

Secondo i primi accertamenti, pare che il 28enne abbia colpito a caso. Al momento infatti non sono emersi elementi che indicano nel gruppo di tedeschi l'obiettivo specifico dell'attentato. A confermalo è stato il ministro dell'Interno tedesco, Thomas de Maiziere, spiegando di aver inviato un team di investigatori a Istanbul che collaboreranno con le autorità locali per far luce sull'accaduto. "Non abbiamo informazioni concrete sul fatto che l'attacco di ieri fosse rivolto a cittadini tedeschi" ha spiegato il rappresentante del governo di Berlino, assicurando che non vi sono ragioni per non effettuare visite turistiche in Turchia. Diversi cittadini tedeschi rimasti feriti durante l'attentato intanto restano ancora ricoverati i Turchia, tra questi ci sarebbero due persone in gravi condizioni.

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