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Strage di Srebrenica, svolta all’Aja: “L’Olanda è responsabile”

La decisione de L’Aja sul genocidio dei musulmani per mano dei serbi di Bosnia guidati da Mladic avvenuto nel luglio ’95. Secondo la corte, i caschi blu, tutti olandesi, avrebbero dovuto proteggerli, ma non lo hanno fatto.
A cura di Biagio Chiariello
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L’Olanda è responsabile del massacro di Srebrenica. E’ la giustizia dell’Aja a riconoscere civilmente i Paesi Bassi responsabili per la morte di centinaia di musulmani nel genocidio inquadrato nel contesto della Guerra in Bosnia ed Erzegovina avvenuto nel luglio 1995, in quella che è la pagina più tragica della storia d'Europa dai tempi della Seconda Guerra Mondiale. Per il giudice “lo Stato è responsabile della perdita subita dai familiari dei deportati dai serbi di Bosnia dal Dutchbat a Potocari nel pomeriggio del 13 luglio 1995” perché i caschi blu avrebbero dovuto proteggerli. Una sentenza che arriva dopo che i parenti delle vittime avevano fatto causa al compound olandese, affermando di non aver aiutato i musulmani che avrebbero dovuto trovarsi sotto la tutela dell’ONU.

 8.372 persone massacrate a Srebrenica

Secondo le stime ufficiali, 8.372 uomini e ragazzi musulmani vennero massacrati a Srebrenica, un’enclave protetta dalle Nazioni unite , dopo che fu presa da parte delle forze serbo-bosniache al comando del generale Ratko Mladic. I caschi blu non opposero alcuna resistenza quando le truppe fecero il loro ingresso nella città l’11 luglio del 1995, separando gli uomini dalle donne e dai bambini. "Nel pomeriggio del 13 luglio 1995 – spiega il giudice olandese Larissa Elwin – il contingente olandese non avrebbe dovuto lasciar partire quelle persone dagli edifici del suo compound. I soldati avrebbero dovuto tener conto della possibilità che quelle persone sarebbero state vittime di genocidio. Possiamo affermare con sufficiente certezza – sottolinea ancora il magistrato – che se il contingente olandese avesse permesso a quelle persone di restare, si sarebbero salvate".

19 anni sono passati dalla strage

Nei giorni scorsi c’è stato il  19esimo anniversario della strage di Srebrenica. Dopo tanti anni non è ancora stato completato il recupero dei resti delle vittime dalle fosse comuni. Una operazione resa ancora più complicata dal fatto che molti dei responsabili del massacro spostarono i corpi in altre fosse per occultare le prove dei reati commessi. In altri casi, sempre per nascondere il genocidio, i resti di una stessa persona sono stati divisi in varie fosse comuni. “Queste persone sono state vittime di un nazionalismo mostruoso“, ha affermato il sindaco di Srebrenica, Camil Durakovic, durante l’ultimo anniversario del massacro.

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