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Spagna, la sindaca “movimentista” di Barcellona: “I corrotti abbiano paura di noi”

Ada Colau, vincitrice delle elezioni amministrative di Barcellona, ha commentato lo storico successo elettorale della sinistra: “Non vogliamo che nessun abbia paura di noi, solo i corrotti e chi vuole mantenere le sperequazioni”.
A cura di Davide Falcioni
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Dopo la Grecia di Syriza, anche la Spagna vira decisamente a sinistra. A due giorni dalla vittoria di Podemos, Izqierda Unita e dei movimenti di base alle elezioni amministrative di Barcellona e Madrid Ada Colau, sindaco della città catalana ed ex portavoce del movimento delle vittime delle crisi dei mutui spagnoli, ha dichiarato: "Non vogliamo che nessun abbia paura di noi, solo i corrotti e chi vuole mantenere le sperequazioni. Non abbiamo nessun accordo già preparato", ha poi aggiunto la 41enne candidata di "Barcelona en Comù" (BComù). Anche Pablo Iglesias, leader di Podemos, ha commentato l'incredibile successo elettorale in un'intervista rilasciata a Repubblica: "Il logoramento dei partiti del regime va più lento però avanza in una maniera molto chiara. Io credo che quella di domenica sia stata una giornata storica e che appena un anno fa nessuno se lo poteva immaginare. Questa primavera è cominciato il cambiamento, e ciò ci dà un grande impulso in vista delle elezioni generali, dove ci troveremo in una posizione tale da poter aspirare alla vittoria. Perciò ci possiamo dire molto soddisfatti. Quel che è successo in Spagna è un fatto storico: si conferma che nei grandi momenti di trasformazione, le grandi città sono l'epicentro del cambiamento".

Quel che è certo è che la vittoria della sinistra radicale alle elezioni amministrative iberiche ha rappresentato un terremoto politico, ma soprattutto un presagio in vista delle prossime elezioni politiche che si svolgeranno a novembre: "Noi abbiamo già dimostrato che stiamo nelle istituzioni per fare cose concrete. La prima cosa che faranno – aggiunge Iglesias – i nostri deputati sarà ridursi lo stipendio. E, a partire da questo, scommettere su politiche sociali e di difesa dei cittadini, fondamentali per avviare qualsiasi dialogo. Speriamo che tutti capiscano qual è il messaggio che hanno dato i cittadini, e si rendano conto che per intendersi con noi non si possono applicare le politiche di austerità che sono state realizzate fino ad ora. Le istituzioni servono per difendere la gente. Partendo da questi presupposti, siamo aperti a dialogare con chiunque".

Dal canto suo Mariano Rajoy, primo ministro spagnolo e membro del Partito Popolare, accetta la sfida della sinistra ed ha indicato che sarà nuovamente lui il candidato premier alle prossime elezioni politiche. Rajoy ha ammesso che il PP, pur rimanendo il primo partito del paese, ha subito un netto calo dei voti: colpa, secondo lui, del persistere della crisi economica e degli scandali giudiziari che hanno coinvolto la "sua" organizzazione politica.

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