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Siria, orrore senza fine: 60 mila vittime dall’inizio della guerra

Il numero dei morti causati dal conflitto siriano raggiunge la sconvolgente cifra di 60 mila unità, anche a seguito di un raid aereo su Damasco che ha provato almeno 40 vittime. Ed è di oggi la notizia del rapimento di due giornalisti in Siria.
A cura di Biagio Chiariello
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60 mila morti in 22 mesi. E' questo l'agghiacciante bilancio delle vittime del conflitto in Siria, dall'inizio della rivolta contro il presidente Bashar al-Assad nel marzo del 2011. A rivelarlo è stato l'Alto commissario Onu per i diritti umani Navi Pillay, che ha citato un rapporto «esaustivo» delle Nazioni Unite. Al 30 novembre 2012, i morti erano 59.648. «Non essendosi fermato il conflitto dalla fine di novembre 2012, possiamo desumere che agli inizi del 2013 i morti abbiano superato quota 60 mila. È un numero scioccante», ha aggiunto Pillay. Un bilancio peraltro su cui pesano anche i 40 morti ,secondo Al Jazira, in un bombardamento lealista su un distributore di benzina ad Al Maliha, nella provincia di Damasco. A denunciare la nuova carneficina sono gli attivisti dell'opposizione siriana. C'è da dire che poco prima l'Osservatorio siriano per i diritti umani aveva segnalato un'incursione aerea condotto dai lealisti sulla città di Moadamiyet al-Sham, a sud ovest della capitale, nella quale sarebbe stata sterminata un'intera famiglia di 12 persone, tra cui numerosi bambini.

Ed è di oggi la notizia del rapimento di due giornalisti in Siria.  Uno di essi è James Foley, 39 anni, freelance per diversi canali televisivi statunitensi e collaboratore negli ultimi tempi della agenzia di stampa France Presse.. Secondo quanto è riuscita ad appurare la stessa France presse, Foley sarebbe stato fermato il 22 novembre da quattro uomini armati di kalashnikov nei pressi della città di Taftanaz. Lo ha annunciato la sua famiglia. Reporter di guerra molto esperto, Foley aveva fornito immagini dalla provincia siriana di Idlib fino al giorno prima di sparire. Anche grazie ai suoi video sono arrivati importanti documenti sulla guerra in Siria. La notizia è stata confermata anche dalla famiglia di Foley, che inizialmente aveva chiesto il silenzio stampa: ”Vogliamo che Jim torni a casa sano e salvo, o almeno dateci la possibilità di parlare con lui” ha detto in un appello ai rapitori il padre John.

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