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Scambiarsi un segno di pace durante la Messa? Si ma con sobrietà

La Congregazione vaticana per il Culto Divino invita alla “sobrietà”: il momento dello scambio della stretta di mano durante la cerimonia religiosa non è obbligatorio. E non dovrà essere più una occasione per ‘fare caciara’ durante la Messa.
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Basta caos nelle chiese di tutto il mondo al momento dello scambio del segno della pace durante la messa. È il diktat che la Congregazione vaticana per il Culto Divino ha posto a tutti i vescovi del mondo, in un documento ufficiale inviato nelle scorse settimane. Il documento è frutto di un lavoro di studio di ben nove anni ed è incentrato sulla conclusione per cui “i cattolici sono oggi chiamati all’importante compito di costruire un mondo giusto e pacifico e questo implica una più profonda comprensione del significato cristiano della paca e della sua espressione nella celebrazione liturgica”. In poche parole, il momento della pace è diventato un momento di ‘caciara', di cui i fedeli, ormai, capiscono poco il senso più profondo, un momento di disturbo per chi si è realmente raccolto in preghiera.

Papa Benedetto XVI aveva addirittura proposto che si cambiasse la liturgia della messa, allontanando il momento dello scambio della pace dal momento della consacrazione eucaristica, il più solenne della messa, in cui pane e vino vengono trasformati nel corpo e nel sangue di Cristo. L’idea era presa direttamente dal rito ambrosiano (cioè il rito della messa che si celebra nella provincia di Milano) e che, da tempo immemore, colloca lo scambio della pace prima dell’offertorio. Il messale romano non sarà modificato, ma il momento dello scambio della pace in futuro dovrà essere effettuato in maniera più sobria.

Durante la Messa bisogna per forza scambiarsi un segno di pace?

La Congregazione chiarisce che “è legittimo affermare che non è necessario invitare in maniera meccanica a scambiarsi la pace”: il rito, cioè, è opzionale, non obbligatorio e può essere tranquillamente evitato. Nel caso in cui i sacerdoti vogliano comunqur procedere è necessario considerare “un cambio del modo in cui lo scambio di pace avviene”: cioè, spesso, in maniera confusionaria e non appropriata ad una messa. La Congregazione, quindi, fa anche una lista di abusi liturgici che, però, oggi sono la norma come sa bene chi partecipi ogni tanti alla messa: in teoria, infatti, è vietato cantare una canzone mentre si dà la mano ai vicini (chi non conosce: “pace a te fratello miooo, pace a te sorella miaaaa”?), spostarsi da una navata all’altra per dare la pace a parenti ed amici del cuore, utilizzare lo scambio della pace per dare gli auguri agli sposi o le condoglianze ai parenti di un defunto. Un abuso liturgico lo compiono pure i sacerdoti che, spesso, scendono dall’altare per baciare ad abbracciare i fedeli delle prime file. Moderare gli eccessi, dunque, è l’obiettivo, perché, è scritto ancora nel documento “se il fedele non comprende e non mostra nei suoi gesti rituali il vero significato del diritto alla pace, è mancante del concetto cristiano della pace e la sua fruttuosa partecipazione all'Eucarestia è sminuita”.

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