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Renzi: “80 euro sono pochi? Non accetto critiche dai soloni milionari”

Il Premier attacca: “Brunetta e Grillo due facce della stessa medaglia, noi facciamo e loro stanno sempre alle chiacchiere”. Rivolto alle critiche interne: “Basta polemiche sul lavoro, bisogna fare in fretta”
A cura di Antonio Palma
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"Gli 80 euro sono pochi? Non accetto rilievi da soloni che guadagnano stipendi milionari", così Matteo Renzi questa sera nel corso di un'intervista al Tg1 parlando del taglio Irpef deciso dal Governo e dei famosi 80 euro in busta paga a partire da maggio. "Stiamo restituendo soldi ai lavoratori italiani, per chi prende 1000-1200 euro al mese 80 euro fanno la differenza eccome" ha detto il Premier, aggiungendo: "Certi soloni parlano di elemosina elettorale ma sono abituati a stipendi da milionari. Vorrei vedere loro campare con mille euro al mese". L'attacco del Premier sembra indirizzato soprattutto nei confronti di Brunetta e Grillo che in questi giorni non hanno fato mancare le loro contestazioni all'Esecutivo. "Le polemiche di Brunetta e Grillo sono due facce della stessa medaglia. Quelli che si divertono con chiacchiere e comunicati stampa. Noi abbiamo iniziato e loro stanno sempre alle chiacchiere" ha dichiarato infatti Renzi , aggiungendo: "Loro sono il partito dei chiacchieroni, noi facciamo le cose concrete. I soldi arriveranno, non per maggio, ma per sempre. Gli 80 euro non sono una mossa elettorale".

Il Presidente del Consiglio poi ha parlato delle recenti polemiche all'interno della maggioranza di Governo sul decreto lavoro contestato dal Ncd di Alfano. "Le polemiche sul decreto Lavoro sono tipiche di un momento in cui si fa campagna elettorale" ha spiegato Renzi, assicurando: "Noi vogliamo governare. Sui dettagli discutiamo ma alla fine si chiuda l'accordo perché non è accettabile non affrontare il dramma della disoccupazione". "Alcuni senatori sono alla ricerca della visibilità. Per carità, è comprensibile" sottolinea il Premier, aggiungendo: "Ma la politica è un’altra cosa, è finalmente risolvere i problemi. Bisogna ascoltare tutti ma alla fine o si decide o la politica perde la faccia". "Parliamo del numero di proroghe, se siano 5 o 8, stiamo a discutere di un dettaglio, tipico della campagna, discussioni alle quali un cittadino normale è allergico" ha proseguito il Premier, concludendo: "Con rispetto della campagna elettorale ma c’è la disoccupazione giovanile che ha superato il 40% e il tasso di disoccupazione al 13 per cento. Non è possibile che di fronte a un’emergenza come quella del lavoro non si risolva rapidamente il problema. E noi lo risolviamo".

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